Giovanni annuncia Gesù al mondo con un nuovo nome. È un nome che nasce tutto dalla sua personalissima esperienza con Gesù, un’esperienza singolare e unica, un’esperienza di amore e di complicità, di unione e preferenza inspiegabili quanto potenti, tanto che il vangelo descrive Giovanni come il discepolo che Gesù amava. Non ci è dato di comprendere cosa può aver significato quell’amore speciale, preferenziale, indiscutibile di Gesù per Giovanni; ci è dato solo d’immaginare cosa possa significare anche solo per un istante la preferenza e la predilezione di Colui che è l’amore stesso, la bellezza innominabile, la compassione infinita. In quali oceani di eternità può condurre un solo istante della sua preferenza? Cosa avrà vissuto e provato Giovanni, cosa avrà compreso del cuore di Gesù, della sua gloria divina, della sua misericordia, della sua luce, della sua grazia, della sua libertà, del suo cuore intimo pulsante, del suo dialogo interiore? Non ci è dato di saperlo, ma quel nome benedetto e unico, nuovo e ancora sconosciuto, con cui Giovanni ci racconta e annuncia il suo Gesù, non può che essere una sintetica quanto meravigliosa traduzione di tutta la sua esperienza con Gesù: Logos. Per Giovanni, Gesù è il Logos di Dio fatto carne. Noi traduciamo Logos con Verbo, letteralmente, la Parola. Il Logos greco corrisponde al Davar ebraico, un termine che nel mondo biblico si è caricato di tutta la forza vitale e dinamica della potenza creatrice di Dio. Davar esprime al tempo stesso il movimento creativo di Dio e il suono, la vibrazione originaria, la Frequenza Madre da cui tutto ha vita e movimento.
In seno al termine Logos Giovanni raccoglie non solo la parola Davar, con tutta la potenza del suo consueto significato biblico, ma abbraccia anche il significato di qualcosa che nemmeno il termine ebraico Davar poteva esprimere. Logos, dalla radice leg-, ha il significato fondamentale di “raccogliere, riunire, dare un ordine intimo, rendere manifesto un dialogo interiore, unire”. Logos è raccogliere per unificare.
Logos è il dialogo interiore, in questo caso il dialogo interiore di Dio. Ma quale può mai essere il dialogo interiore di Dio se non l’amore? Giovanni fa di questo termine Logos il cuore stesso dell’inno sublime che segna l’inizio del suo vangelo e in questo termine rivela e annuncia tre meravigliose realtà.
Prima. Annuncia il Messia, il Cristo, l’Unigenito del Dio Padre, con un nome assolutamente nuovo e innovatore, il Dialogo interiore di Dio.
Seconda. Annuncia e manifesta anche la missione terrena del Messia, la sua divina intima identità, il compito datogli dal Padre di unificare e raccogliere nell’amore e nello Spirito Paraclito tutti gli esseri del creato.
Terza. Annuncia e rivela la sua straordinaria e unica esperienza umana e spirituale con Gesù, un’esperienza di amore e complicità, di predilezione e amorosa preferenza senza precedenti.