In una generazione umana quante cose possono succedere? Quanti incontri e scontri? Quante guerre, tradimenti, lavori, imperi, relazioni, colpi di mano? È prevedibile cosa può succedere in una generazione umana nella sua interezza? È calcolabile dove può portare la miriade di cause ed effetti? Non possiamo calcolare, prevedere e conoscere nemmeno quello che si muove in una giornata. Eppure qualcuno sa, tutto vede e conosce come tutto si collega e si concatena in ogni istante e in ogni dove.
I capelli sono contati, i respiri, i battiti del cuore sono contati. Nulla è mai per caso. Gesù Dio è al centro di tutto. Gesù nasce al centro di una storia, al centro di tutta la nostra storia. Gesù è al centro delle generazioni, nasce uomo tra gli uomini, dopo migliaia di collegamenti di sangue, ma in un sistema vitale dove nulla mai è per caso, nulla è mai perduto, tutto fa parte della linea che traccia il grande disegno. Non c’è male, non c’è bene che, pur nella libertà o nell’inganno dell’agire umano, non sia ricondotto, anzi condotto per mano, fino al centro che è Gesù.
Da Abramo a Davide sono quattordici generazioni, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo, quattordici. Quattordici è multiplo di sette, il sette è simbolo dell’infinito, della perfezione divina, il che significa che tutto, proprio tutto e sempre è nelle mani di Dio. Qualsiasi cosa accada e si annodi nel misterioso intrecciarsi di causa-effetto, tutto è sempre nelle mani di Dio.
Come si impasta la pasta del pane, Lui, il Padre, nella potenza e fantasia del Santo Paraclito, può impastare ogni cosa come vuole e desidera perché tutto giunga al centro dell’unità. Il centro è Gesù.