Venerdì 29 marzo 2024

PDF della traccia

Symphonein Celebriamo la Pasqua 2024

L’esperienza intima o comunitaria della preghiera e della lode a Dio è un’esperienza del cuore e dello spirito. Ogni ripresa audio-video, e la relativa trasmissione pubblica o privata, ne tradisce profondamente il valore, ne snatura il senso, ne annulla l’efficacia. Durante Symphonein, nel sito di People in Praise non avrà luogo alcun evento online, né alcuna trasmissione in streaming.
Qualsiasi altra esperienza analoga, organizzata da chiunque e riferita a People in Praise, o che comunque utilizza il materiale di People in Praise, dovrà attenersi a quanto sopra.

 

Venerdì 29 marzo 2024, ore 17:00
Passione del Signore

Indicazioni sul metodo
Scegliamo un ambiente raccolto.

Se possibile, esponiamo un’immagine della Sindone da illuminare con tre candele, sulla quale raccogliere morbidamente lo sguardo.
Facciamo precedere alla preghiera alcuni istanti di silenzio e di raccoglimento.
Può essere molto utile sincronizzarsi sul proprio respiro.
Viviamo le diverse parti della preghiera con calma e tranquillità, senza ansia né fretta.
La fretta è nemica della preghiera e dell’unione con Dio.
 


Traccia per la preghiera

Guida:    Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti:      Amen.
Guida:    Benediciamo Dio, origine e fonte di ogni bene.
Tutti:      Amen.

Ripetiamo la seguente invocazione molto lentamente, quasi sottovoce, per qualche minuto, per poi concluderla con tre Gloria al Padre.

Tutti: Spirito Santo Paraclito, Consolatore e Difensore, guida e ispira la nostra preghiera. Amen.

 

Gloria al Padre

Gloria al Padre
e al Figlio
e allo Spirito Santo

Gloria al Padre
e al Figlio
e allo Spirito 
allo Spirito Santo

Come era nel principio
ora e sempre
nei secoli dei secoli
Amen

(tre volte)

Dio mio, Dio mio

Salmo 21,8-9.17-18.19-20.23-24

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!»

17 Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
18 Posso contare tutte le mie ossa.

19 Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

23 Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
24 Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d'Israele.

Il Signore ha pietà del suo popolo

Salmo 102,1-4.6-8.11

Il Signore ha pietà del suo popolo.

1 Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
2 Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

3 Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
11 Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.

 

Segue la lettura dal Libro del profeta Isaìa da parte di un lettore; la lettura sia eseguita tranquillamente, senza fretta, facendo risuonare sia le parole che il senso del testo.

Libro del profeta Isaìa 52,13 - 53,12

13 Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente.
14 Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo -, 15 così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
53,1 Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? 2 È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.
3 Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. 5 Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
6 Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.
8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. 9 Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca.
10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. 11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.
12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli.

Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.

Nelle tue mani o Padre

Salmo 30,2.6.12-13.15-17.25

Nelle tue mani, o Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito,
nelle tue mani consegno il mio spirito, o Padre, o Padre.

2 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
6 Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

12 Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
13 Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.

15 Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
16 i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori.

17 Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
25 Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che confidate nel Signore.


Momento di silenzio.
Segue la lettura del vangelo da parte di un lettore; la lettura sia eseguita tranquillamente, senza fretta, facendo risuonare sia le parole che il senso del testo.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni 18,1 - 19,42

In quel tempo, 1 Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2 Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. 3 Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. 4 Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?» 5 Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!» Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6 Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
7 Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?» Risposero: «Gesù, il Nazareno». 8 Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», 9 perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». 10 Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. 11 Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?»
12 Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13 e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14 Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».
15 Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. 16 Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. 17 E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?» Egli rispose: «Non lo sono». 18 Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
19 Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. 20 Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. 21 Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». 22 Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?» 23 Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» 24 Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.
25 Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?» Egli lo negò e disse: «Non lo sono». 26 Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?» 27 Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
28 Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29 Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». 30 Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». 31 Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!» Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32 Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.
33 Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?» 34 Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?» 35 Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?» 36 Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?» Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38 Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?»
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. 39 Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?» 40 Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!» Barabba era un brigante.
19,1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2 E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3 Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!» E gli davano schiaffi.
4 Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5 Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!»
6 Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!» Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7 Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
8 All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9 Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?» Ma Gesù non gli diede risposta. 10 Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?» 11 Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
12 Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». 13 Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14 Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!» 15 Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!» Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?» Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16 Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Essi presero Gesù 17 ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21 I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». 22 Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».
23 I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti - una per ciascun soldato - e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24 Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: “Si sono divisi tra loro le mie vesti
 e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”.

E i soldati fecero così.
25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!» 27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
28 Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». 29 Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30 Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!» E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
31 Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32 Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33 Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34 ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
35 Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36 Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. 37 E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.
38 Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39 Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40 Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 41 Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42 Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo.

 

Segue la lettura della riflessione da parte di un lettore.

Evidenza

Quando uno spermatozoo feconda una cellula uovo, si forma la prima cellula di un embrione, lo zigote. Lo zigote è la prima cellula del nuovo individuo, è una cellula totipotente, ossia in grado di dare vita a più tipi di cellule. Lo zigote prende casa nell’utero attraverso un processo di annidamento, e inizia a nutrirsi attraverso i villi coriali: una parte delle sue cellule formeranno la placenta e un’altra parte diventerà l’embrione.
La nascita dello zigote indica il punto di inizio dell’esistenza di una persona, di un uomo e di una donna, e quindi l’istante a partire dal quale gli spettano il rispetto per la sua dignità e i suoi diritti, primo fra tutti il diritto alla vita. Una volta che l’uomo è concepito, tutte le azioni contro l’integrità, la salute, la sicurezza della sua vita possono essere equiparate a un omicidio.
Ora, secondo la possibilità offerta da Dio all’uomo nel dono del libero arbitrio, un uomo potrebbe per suoi motivi, interessi e scopi compiere azioni di violenza mortale nei confronti di una nuova vita, di un embrione, di un feto? Sì, purtroppo sì, è terribile, ma qualcuno potrebbe compiere queste azioni omicide nei confronti di una nuova vita. Secondo la Parola di Gesù, l’omicidio è il peccato più grave al cospetto di Dio. E se l’omicidio è commesso ai danni di un bimbo ancora in pancia della madre, è assolutamente il peccato più grave davanti a Dio e all’uomo. Per la libertà offerta all’uomo da Dio, l’uomo può uccidere un bambino. Sì, lo può fare, ha la possibilità psichica e fisica di farlo, ma, davanti a Dio e all’uomo, è e rimane un omicidio. Questa è la realtà razionale.
Ora, se con l’intelligenza offerta da Dio all’uomo, l’uomo per i suoi interessi e scopi costruisce un sistema logico-mentale per affermare che l’uomo, quando nasce, è un uomo e gli spettano tutti i diritti, ma se invece si trova allo stadio di feto non è un uomo e dunque può essere usato come un pezzo di carne da macello senza commettere omicidio, allora si va oltre il peccato, si sfocia nell’imperdonabile, perché è un peccato contro lo Spirito Santo, contro l’evidenza, è un peccato che non avrà perdono in eterno.
Per paradosso, un popolo, uno stato, un governo, per mille questioni ideologiche o politiche, può autodeterminarsi a livello legale in modo tale che, pur ritenendo l’uccidere un bambino in pancia alla madre un omicidio a tutti gli effetti, questo omicidio non debba essere punito in alcun modo. Si tratta di una libera scelta di quel popolo. Ma se un popolo, uno stato, un governo decide arbitrariamente che il feto in pancia alla madre è solo un ammasso di cellule e non è un uomo a tutti gli effetti, e dunque sopprimerlo non è affatto un omicidio ma è pari a tagliare via una bistecca dalla coscia di un manzo, questa è tutta un’altra cosa, questa è perversa follia.
Chi uccide un bambino in pancia alla mamma commette omicidio. È il peccato più grande, ma può essere perdonato.
Chi uccide un bambino in pancia alla mamma, affermando che quel bambino non è un uomo, e dunque non si tratta di omicidio, compie un’azione che non può essere perdonata, perché è un peccato contro lo Spirito Santo, contro l’evidenza stessa della vita. 
Gesù in Matteo lo esprime così: Qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Matteo 12,31-32); in Marco così: Tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini, e anche tutte le bestemmie che diranno, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna (Marco 3,28-29); in Luca: Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato (Luca 12,10).
La vita ha un suo verso, una sua direzione, ha le sue leggi. L’uomo è fornito di libero arbitrio e può non essere d’accordo con il verso della vita, con la direzione e le leggi della vita, è nel suo diritto. Se prende strade contro la vita, procede verso il mortale, rovina la sua esistenza, va contro Dio, può essere perdonato. Ma se per i propri interessi chiude occhi e intelligenza e va contro ogni evidenza per arrogarsi il diritto di pensare di poter cambiare il verso, la direzione, le leggi della vita, allora compie qualcosa che non è perdonabile.
Gesù, il Figlio di Dio, nasce come un bambino tra i bambini. Maria, Giuseppe, i Magi d’oriente, qualche pastore riconoscono la sua divinità anche nei segni della sua umile, normale umanità. Gesù, il Figlio di Dio, inizia la sua vita pubblica tra le strade d’Israele, nell’umiltà e nella semplicità dei contatti più quotidiani, ed è comprensibile e scusabile se molti non riescono a credere alla sua divinità così velata da simili apparenze. Ma quando Gesù guarisce migliaia di uomini e donne da ogni malattia, comanda agli elementi naturali, moltiplica pani e pesci, le cose cambiano. L’uomo rimane libero di non credere a Gesù e di non aver parte in alcun modo al suo messaggio, ma se, davanti a Gesù che guarisce i ciechi e sana i lebbrosi a decine e decine, afferma che Gesù fa quello che fa perché è un demonio, allora le cose cambiano. Questo non è scusabile, non è perdonabile, né in terra né in cielo.
L’uomo rimane libero di ritenere e pensare che il messaggio di Gesù non sia di alcuna utilità per vivere e può anche prenderne le distanze, ma se, di fronte a Gesù che caccia i demoni dalle persone indemoniate, afferma che Gesù fa quello che fa perché è Beelzebùl, il capo dei demoni, questo è contro l’evidenza, contro lo Spirito Santo, contro la Vita e non può essere perdonato, perché un uomo che fa questo rinuncia alla sua onestà intellettuale e, rinunciando a essa, si apre a una forma di follia perversa che non ha possibilità di recupero. Finché un uomo, pur vivendo una vita malvagia e perversa, mantiene la sua onestà intellettuale e mantiene gli occhi aperti sull’evidenza della vita, c’è sempre la possibilità di rinascere in Dio e alla vita. Ma quando un uomo, per i suoi interessi e scopi, rinnega l’evidenza, non c’è più nulla da fare per riportarlo alla vita.
Anche negli ultimi istanti della sua vita terrena Gesù si comporta in modo così umile, silenzioso, pacato da poter indurre molti a ritenerlo un semplice uomo, un malvivente comune. I sacerdoti del tempio, uomini di religione, bastonano Gesù, lo fanno frustare, perché Gesù dice di essere re. Pilato, quando Gesù dice di essere re, resta perplesso, cerca di capire, e a un certo punto prova perfino un reverenziale timore. I sacerdoti del tempio, detentori della Parola di Dio, condannano a morte Gesù come bestemmiatore, Pilato invece cerca di salvarlo, perché riconosce che in lui non c’è colpa. Chi davanti a Gesù mantiene un minimo di onestà intellettuale?
Ai piedi della croce, la gente che passa scuote il capo in segno di disprezzo e spregio, pur avendo conosciuto Gesù, pur avendolo visto operare migliaia di guarigioni, pur avendo sperimentato la sua dolcezza, la sua intelligenza, la sua eleganza, il suo fascino, il suo amore, la sua compassione. Ai piedi della croce, i militari deridono Gesù, gli sputano in faccia, lo spogliano, se ne dividono le vesti, gli conficcano i chiodi nella carne. Quando il cielo si oscura e la terra trema per il terremoto, questi soldati continuano a ridere, a schernire, a bestemmiare e a giocare a dadi.
Ai piedi della stessa croce c’è anche un centurione dell’esercito romano, il capo di questi soldati, che ha l’incarico di far eseguire la condanna a morte dei condannati. Non è lì di passaggio, è lì perché sta eseguendo degli ordini, è obbligato dal suo compito. È un uomo abituato alla violenza, alla guerra, alla morte, al sangue. Sotto quella croce, lui come tutti coloro che si trovano lì, può stare faccia a faccia con Gesù da mezzogiorno alle tre. Sotto quella croce, tutti sentono il grido di Gesù e vedono il sangue e l’acqua uscire dal suo fianco dopo il colpo di lancia. Ma solo il centurione e pochi altri soldati, visto come Gesù muore, affermano: Veramente, costui era Figlio di Dio (Matteo 27,54; Marco 15,39). Chi davanti a Gesù mantiene un minimo di onestà intellettuale?
Gesù viene crocifisso in mezzo a due malfattori di professione. È scritto: Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi! L’altro invece lo rimproverava dicendo: Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male. E disse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso (Luca 23,39-43). Chi davanti a Gesù mantiene un minimo di onestà intellettuale?
Quando quello che vedi non è più quello che vedi ma quello che vuoi vedere, la razionalità inizia a sfociare nella perversa follia. Quando quello che senti non è più quello che senti ma quello che vuoi sentire, la razionalità inizia a sfociare nella perversa follia. Quando quello che capisci non è più quello che puoi capire ma quello che vuoi capire, la razionalità inizia a sfociare nella perversa follia, e nemmeno Dio può fare qualcosa.
L’uomo può scegliere il male invece del bene, può scegliere il mortale invece del vitale, è libero di farlo, è un suo diritto sancito da Dio. Ma chi si arroga il diritto di dire all’uomo che il male è il bene e il bene è il male, che ciò che è vitale per l’uomo e la vita è mortale e ciò che è mortale per l’uomo e la vita è vitale, costui non è scusabile, non troverà perdono, mai.
Dio ama l’uomo oltre ogni immaginazione e ha donato suo Figlio all’umanità per farla rinascere nella luce e nell’amore, ha donato il suo Spirito per ricondurre tutti i suoi figli a sé, ma non può fare nulla per l’uomo se l’uomo, per difendere i propri interessi e i propri scopi, rinuncia alla propria onestà intellettuale e non vuole più vedere la luce dell’evidenza delle cose.
Tutti gli uomini in qualche momento della vita possono essere ingannati, depistati, imbrogliati, oscurati. Tutti possono farsi ingannare per un po', in qualche momento, in qualche circostanza, ma quando, in nome di interessi, tenore di vita, paura, solitudine, persecuzione, gli uomini iniziano a rinunciare definitivamente alla loro capacità di vedere l’evidenza della realtà come scelta di vita, allora prendono un cammino verso un abisso che non ha più ritorno. L’umanità del tempo del diluvio ne sa qualcosa.

 

Atto di Consacrazione alla Santissima Trinità

Guida:
Questo atto di consacrazione è per chiedere a Dio la forza, la luce, la decisione ferma di:
- scegliere di obbedire a Dio e non agli uomini;
- servire Dio, come Gesù ispira nel vangelo, e non Satana, come il mondo propone;
- seminare il bene che io sono, come bel seme di Dio, e che io posso fare ogni istante, come figlio della vita;
- non combattere mai il male, ma al tempo stesso non giustificarlo né approvarlo mai.

Tutti:
Per intercessione di Maria, madre di Gesù e madre nostra,
io mi consacro completamente e interamente
a te, Padre che sei nei cieli,
a te, Signore Yeshua, Cristo Risorto,
a te, Spirito Santo Paraclito,
affido la mia vita alla custodia dei tuoi angeli santi,
invincibili esecutori della tua Parola,
perché tu possa fare di me secondo i tuoi disegni
e un giorno accogliermi nella tua gloria.


Durante i prossimi canti, tutta la nostra concentrazione e consapevolezza, il nostro desiderio e il nostro amore siano condensati nell’unica intenzione di preghiera: MI CONSACRO A TE, SIGNORE MIO E DIO MIO.

 

Custodiscimi Signore

Salmo 130,1-3

Custodiscimi, Signore,
nella pace,
nella pace. 

1 Signore, non si esalta il mio cuore,
i miei occhi non guardano troppo in alto,
non vado in cerca di cose grandi,
di grandi azioni
al di là delle mie forze.

2 Io raffreno il mio cuore
nella quiete e nel silenzio,
come un bimbo in braccio a sua madre
in me è tranquillo il mio cuore.
3 Israele attenda il Signore
da ora e per sempre.

Testo tradotto dall’ebraico

Avun Padre nostro

Padre nostro che sei nei cieli
santificato è il tuo nome
il tuo regno viene
la tua volontà si compie
come in cielo così in terra
la tua volontà si compie
come in cielo così in terra
la tua volontà si compie

Tu ci doni il pane di ogni giorno
tu rimetti a noi i nostri debiti
nell’istante in cui noi li rimettiamo
ai nostri debitori
Tu non ci induci in tentazione
ma nella tentazione
ci strappi dal maligno

Perché tuo è il regno la potenza
e la gloria ora e per sempre
Perché tuo è il regno la potenza
e la gloria ora e per sempre

 

Chaire Maria

Onore a te Maria onore a te
Piena di Grazia
Onore a te Maria onore a te
il Signore è con te

Benedetta sei tu tra le donne
benedetto è il Frutto
del tuo grembo Gesù

Chaire Maria
Chaire Maria

Santa Maria Santa Maria
Madre del Signore
prega per noi prega per noi
noi figli tuoi

ora e nell’ora del nostro ritorno
del nostro ritorno
alla casa del Padre

Chaire Maria
Chaire Maria

 

Guida: Per intercessione di Maria nostra Madre e dei Santi Arcangeli, ci benedice, ci accompagna, in noi dimora Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Tutti: Amen.

 

Il Signore ti benedica
e ti protegga
il Signore faccia brillare
il suo volto su di te
ti sia propizio

Il Signore ti benedica
e ti protegga
il Signore faccia brillare
il suo volto su di te
ti sia propizio

Il Signore sollevi verso te
il suo volto
e ponga in te pace

Il Signore sollevi verso te
il suo volto
e ponga in te pace

 

Note:

  1. il brano Custodiscimi Signore è contenuto in Chaire Yeshua 4, Paolo Spoladore, Usiogope, 2019; i brani Gloria al Padre, Avun Padre nostro, Chaire Maria, Pace sono contenuti nell’opera Shiloh, il Principe della pace, Paolo Spoladore, Usiogope, 2024;
  2. la riflessione Evidenza è stata scritta da Paolo Spoladore per People in Praise - Symphonein Celebriamo la Pasqua.