Segue la lettura della riflessione da parte di un lettore.
Lavanda dei piedi
Gneo Pompeo Magno (Firmum Picenum 106 a.C. - Pelusio 48 a.C.) nel 63 a.C. conquista Gerusalemme e dà inizio alla dominazione romana in Palestina. Come per le altre aree dell’Oriente, i romani non trasformano la Palestina in una provincia, ma decidono di governarla in modo indiretto, lasciandole una relativa autonomia attraverso il controllo di un sovrano locale. Dopo Antipatro, sale al potere suo figlio Erode, generale e politico astuto, abile e violento, molto legato agli ambienti delle classi romane più ricche e potenti, che governa con durezza formidabile, reprimendo nel sangue ogni tentativo di dissidenza e ribellione fino alla sua morte nel 4 a.C.
La difficile situazione tra l’impero e la Palestina, dopo la morte di Erode, diventa ancora più complicata e incandescente. Il potere religioso, rappresentato dai capi dei sacerdoti del tempio, accetta sostanzialmente l’egemonia romana perché le permette di mantenere potere, controllo e ricchezze, ma nel popolo si vengono a creare frange sempre più strutturate e pericolose di dissidenti e ribelli che, sotto il nome di zeloti, combattono i romani, organizzati in vere e proprie bande armate.
Nel 6 d.C. l’imperatore Augusto decide di trasformare la Palestina in provincia romana e gli ebrei vengono assoggettati a un governo nominato direttamente da un princeps: Ponzio Pilato, governatore della provincia tra il 26 e il 36 d.C, è uno di questi.
Quando nasce Gesù, la Palestina è una provincia romana pesantemente soggiogata ormai da trent’anni dal regime romano. Gesù, nella sua predicazione pubblica, non accenna mai al potere romano se non indirettamente quando parla del potere umano: Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti (Marco 10,42-44).
Ma perché Gesù non fa della liberazione dal regime e dalla dittatura dei romani il tema centrale della sua predicazone e del suo messaggio? Perché Gesù non predica la libertà dai romani? Non è forse questo il vero e unico problema del popolo? Non è il regime romano che va combattuto e debellato per ritrovare libertà, sicurezza e pace? Perché Gesù non spinge il popolo alla rivoluzione contro il regime?
I temi della predicazione di Gesù sono: amare Dio con tutto il cuore e avere fede assoluta solo in lui, imparare a perdonare i fratelli e a chiedere perdono a Dio e ai fratelli, liberarsi dalla sete di potere e dal possesso delle cose e delle ricchezze, non combattere il male ma seminare il bene. Il tema della ribellione al regime romano nel vangelo non c’è. Perché? Perché Gesù sa che la soluzione dei problemi dell’uomo, di qualsiasi problema dell’uomo, non è fuori dell’uomo, ma dentro all’uomo. Tutta la predicazione di Gesù è centrata sul rinnovamento della vita dell’uomo partendo dall’intimo, dal cuore, per trasformare il modo interiore di pensare dell’uomo. Il centro del messaggio di Gesù è descritto in Marco 1,14-15: Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo, letteralmente: trasformate da sotto in su il vostro modo di pensare (in greco: metanoeite) e aderite come la pelle alle ossa (in greco: pisteuete) al felice annuncio (in greco: euanghelion).
Il vero problema del popolo d’Israele, e dell’uomo in genere, è che nei secoli e millenni l’umanità ha compiuto il più grave, pericoloso e mortale errore e sbaglio della storia umana: ha lentamente ma inesorabilmente demandato l’organizzazione della vita, le scelte politiche, l’educazione dei figli, l’economia, la medicina, il mercato, la conoscenza, la spiritualità, il rapporto con Dio ad altri, cioè al potere, alle istituzioni, alle religioni, agli stati, agli imperi, alle culture, alle ideologie, alle caste dell’impero e alle caste sacerdotali. In questo modo l’uomo ha perso ogni possibile autonomia, indipendenza e capacità di collaborazione e condivisione. Lungo la storia dell’umanità, i motivi che sono stati utilizzati per spingere l’uomo a inabissarsi con le proprie mani in questo baratro terribile e mortale sono molteplici e diversi, ma tutti dovevano sortire lo stesso effetto: delegare ad altri la soluzione dei propri problemi.
Quando l’uomo delega ad altri la soluzione dei propri problemi e delle proprie attività fondamentali, diventa schiavo, e chi tra quegli uomini ha il cuore più oscuro e malvagio ne approfitta per acquisire il potere per fare tutto e ogni cosa a favore dei propri interessi. Quello che l’ideologia culturale chiama progresso non è stato altro che il modo sottile e ingannevole per togliere all’uomo la terra, la propria autonomia personale, la capacità e la possibilità di procurarsi il cibo, di coltivare, di cacciare, di pescare, di approvvigionarsi di energia e risorse, di gestire le proprie relazioni, di organizzare la propria vita autonomamente.
Il messaggio di Gesù non prevede di combattere l’impero romano e la schiavitù che deriva dalla violenza del regime, perché il vero problema non è lì. Gesù non confonde mai, come fanno le ideologie o le religioni, la causa con l’effetto. La causa del fatto che lungo la storia regimi subdoli e violenti prendano il potere alle spese della libertà e della dignità dell’uomo sta nell’uomo stesso, nell’intimo dell’uomo, nel suo modo interiore di pensare.
Finché l’uomo non crede in Dio e in se stesso veramente e con tutto il cuore, sarà sempre così debole e fragile da delegare ad altri le attività fondamentali della propria vita e sclerotizzerà il cervello fino a credere a tutto e a tutti, dunque sarà sempre facile preda di ogni tipo di menzogna e raggiro dei pirati istituzionali. Tutto il messaggio di Gesù è per far rinascere l’uomo da dentro, dal suo spirito, dal suo cuore, perché tutto il resto si muoverà di conseguenza, secondo i disegni di Dio. Il messaggio di Gesù serve a ridare all’uomo la fiducia in Dio e in se stesso, per ritrovare la propria autonomia e capacità di collaborare e di servire il progetto di Dio.
In un momento così difficile per la storia del popolo d’Israele, assoggettato all’egemonia dell’impero romano, in un momento così drammatico per la vita terrena di Gesù e dei suoi discepoli, Gesù cosa propone? Per cambiare il cuore dell’uomo, per cambiare la storia dell’umanità, Gesù cosa offre all’uomo? Rivoluzioni, conflitti, lotte, battaglie, politica, partiti, istituzioni, ideologie? No, niente di tutto questo.
Gesù propone l’Eucaristia e la Lavanda dei piedi.
Per liberare e salvare l’uomo, Gesù propone l’Eucaristia. Si tratta forse di un rituale liturgico che si rifà alla cena di tradizione mosaica, una religione rimaneggiata sulla vecchia ossatura di quella ebraica? Un rituale vagamente magico, una cerimonia mitologica dalle connotazioni soprannaturali? No, non è questo.
Per liberare e salvare l’uomo, Gesù propone la Lavanda dei piedi. Si tratta forse di un’azione romantica carica di empatia emozionale, un’appassionata istigazione alla sottomissione? Un rito teatrale sdolcinato, compiuto tra commedianti? No, non è questo.
Gesù propone all’umanità l’Eucaristia, perché il cuore dell’uomo possa rinnovare e rinvigorire il proprio intimo rapporto con Dio, dissetarsi alla sorgente della sapienza della Parola di Gesù e della potenza dello Spirito Santo e crescere nell’amore reciproco e nella condivisione con i fratelli.
Gesù propone la Lavanda dei piedi, perché il cuore dell’uomo, attraverso l’amore, il perdono, le azioni di solidarietà e la collaborazione reciproca, possa ritrovare il proprio vigore, la propria dignità di figlio di Dio, la propria autonomia e indipendenza, la propria capacità di usare il libero arbitrio in modo sapiente e intelligente.
L’Eucaristia viene offerta per donare la forza dello Spirito, la presenza viva di Gesù, la conoscenza della sua Parola, l’unità nello Spirito. La Lavanda dei piedi viene offerta per imparare la forza e l’intelligenza del perdono reciproco, l’umiltà, la collaborazione fraterna, il servizio amorevole al regno di Dio.
L’Eucaristia e la Lavanda dei piedi cosa generano di così potente nell’uomo?
L’Eucaristia garantisce la crescita della sapienza intellettuale interiore nell’ascolto della Parola di Gesù e la crescita di un rapporto sempre più intimo con Dio. Ascoltare la Parola di Dio, credere nella Parola di Dio evita di credere alle parole degli uomini e fa crescere l’intelligenza. Questo determina una nuova visione di Dio, della vita e di se stessi e predispone l’intelligenza a crescere e a evolversi. Chi ascolta veramente la Parola di Dio non perde più nemmeno un secondo della propria vita per leggere, ascoltare, dare peso e adito, fiducia e consenso alle parole e alle informazioni degli uomini.
La Lavanda dei piedi garantisce la crescita nell’umiltà, nella capacità di chiedere perdono a Dio e al prossimo e di offrire perdono ai fratelli, sempre. Questo comporta una nuova visione di se stessi e dell’altro e dunque una nuova percezione della vita, dei problemi e delle soluzioni. Chi inizia a fare della Lavanda dei piedi il centro delle proprie relazioni familiari, affettive, lavorative scoprirà soluzioni ai problemi esistenziali e relazionali per ora sconosciute all’umanità.
È incredibile, inaccettabile, paradossale per la mente e la logica umana il fatto che, alle gigantesche e drammatiche problematiche legate all’oppressione dell’impero romano e a tutti i problemi dell’uomo, Gesù proponga Eucaristia e Lavanda dei piedi.
Gesù non si propone né si presenta all’umanità come l’eroe soprannaturale che combatte il male in nome di tutti, che alza polveroni ideologici, Gesù non grida offese, non si scaglia contro i soprusi, non cerca provocazioni. Gesù vede il male, lo vede con una lucidità e un’intelligenza che nessun uomo può nemmeno immaginare; Gesù sa come si muove Satana, nessuno lo sa meglio di lui, per questo sa esattamente cosa proporre all’uomo per la sua liberazione, lui ispira l’uomo prima di tutto a cambiare dentro, perché tutto il resto lo farà Dio e le innumerevoli schiere dei suoi angeli, potenti e invincibili esecutori della sua Parola (Salmo 103).
Davanti alle verità immodificabili dettate dal regime – perché il regime, qualsiasi regime, inventa le sue verità, che non sono altro che menzogne diffuse in ogni direzione –, Gesù propone come soluzione l’Eucaristia e la Lavanda dei piedi.
Gesù nell’Eucaristia offre un nuovo modo di rapportarsi con Dio e, con la Lavanda dei piedi, un nuovo modo di rapportarsi con se stessi e con gli altri. La Lavanda dei piedi ispira a rinnovare la vita con azioni di amore, perdono, condivisione.
Il male oscura l’intelligenza dell’uomo con l’alluvione delle sue parole ingannevoli e menzognere e non fa mai azioni reali per il vero bene dell’uomo. Dio illumina l’intelligenza dell’uomo con la sorgente della sua Parola di verità e ispira l’uomo a compiere azioni semplici, quotidiane, continue, indomite, perseveranti, azioni reali per il vero bene dell’uomo.
Per purificare l’uomo dall’interno, per farlo rinascere nelle sue azioni, Gesù fa la sua proposta. Se Gesù, il Figlio di Dio, propone all’umanità Eucaristia e Lavanda dei piedi è perché sicuramente sa che possono sfondare dalle fondamenta ogni impero del male e della menzogna. Secondo Gesù, il fatto che ciclicamente nella storia pochi aguzzini trovino spazio per angariare moltitudini di vittime, trova la sua causa in un rapporto sbagliato dell’uomo con Dio e in un rapporto sbagliato dell’uomo con il suo prossimo.
Il potere menzognero e omicida trova terreno facile nelle masse che hanno perso il vero e profondo rapporto con Dio e con i propri simili. Governi, stati, potentati economici, imperi, regimi, dittature nulla potrebbero se l’umanità non fosse così instupidita dalla mancanza di fede nel Dio vero e così indurita nel cuore da non riuscire a vivere l’aiuto reciproco.
Senza Eucaristia e Lavanda dei piedi, l’uomo non potrà mai rinascere nell’autonomia e nella forza della vitale collaborazione reciproca, mai.
Dopo Gesù e la sua Parola, non servono più istituzioni, stati, politica, governanti che dicano all’umanità cosa fare e cosa non fare. Dopo Gesù, ogni uomo che ritrova il suo vero rapporto con Dio, la sua autonomia, crescendo nella propria capacità di collaborare e condividere con gli altri, è un uomo libero che non ha più bisogno di essere governato da esterni, che non ha più bisogno di delegare ad altri le attività fondamentali della sua vita. Un uomo e una donna così non sono più ingannabili dalle menzogne dei poteri, da qualsiasi parte provengano e vogliano andare, non sono più schiavizzabili, non sono più controllabili.
Quando l’uomo amerà e vivrà con tutto se stesso l’Eucaristia e la Lavanda dei piedi, con tutto quello che comportano e offrono, quando sentirà parlare dei poteri forti, dei governi, degli imperi, delle istituzioni, dei decreti e delle leggi statali, avrà la stessa sensazione di quando ora si parla dei dinosauri e della loro estinzione.
Il lieto messaggio di Gesù è questo: il mondo del male non si vince combattendo il male, ma si rende obsoleto e superato facendo il bene in nome di Dio.