Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Sabato 15 Luglio 2023

14a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Gènesi 49,33; 50,15-26a; Salmo 104,1-4.6-7; Vangelo di Matteo 10,24-33

Salmo 104,1-4.6-7

Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.
Oppure: Cerchiamo il tuo volto, Signore: colmaci di gioia.

1 Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
2
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

3 Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
4
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

6 Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
7
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Vangelo di Matteo 10,24-33

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «24 Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; 25 è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
26
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27 Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
28
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
29
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
32
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33 chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Precisazioni ancora

Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Settima precisazione.
Hanno chiamato il Maestro, il padrone di casa, il Signore dell’universo con il nome Beelzebùl, accusandolo di essere il diavolo, il signore dei diavoli; ecco, così faranno per coloro che vorranno essere della famiglia di Gesù per servire il vangelo. Calunnia, disprezzo, diffamazione, ingiuria, maldicenza, disonore, malignità sono il linguaggio preferito da Satana per trasformare gli amici di Dio in nemici dell’umanità. Beelzebùl usa il disprezzo che provoca il suo nome stesso per denigrare i figli di Dio. In questo modo, il perverso e astuto Satana spinge gli uomini a molestare, condannare, fermare e zittire, bloccare e imprigionare coloro che Dio ha mandato nel mondo per la salvezza stessa degli uomini, per guarire le loro malattie, risvegliare le loro coscienze, sciogliere loro le catene dell’ignoranza e della paura. In questo inganno gli uomini bloccano e fermano i loro stessi parafulmini, i loro stessi guaritori, i loro stessi liberatori.
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Ottava precisazione.
Ancora una precisazione sulla necessità di restare tranquilli e nella pace, senza pensieri, senza non-fede e non-abbandono che creano paura e rabbia, ansia e frenesia. Gesù insiste nel non aver paura, mai. Nemmeno nelle situazioni più tristi e terribili. Lui è il Signore di tutto e di ogni cosa, a suo tempo e nel modo che gli è proprio la sua via di luce e di pace si aprirà davanti ai nostri occhi e al nostro cuore.
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Nona precisazione.
Quando gli uomini, specie i maschi, hanno paura, sono molto preoccupati, delusi, ansiosi per un problema di cui non vedono facile via di fuga e soluzione, traducono il loro dialogo interiore, oscuro e sfiduciato, con un gesto delle mani che schiacciano a palme aperte sulla fronte per poi trascinarle verso la nuca. In quei momenti di ansia e paura non si fa questo gesto su un ginocchio o sullo stomaco, ma tra i capelli, sulla testa, la sede dei dialoghi interiori. Questo gesto traduce la più totale sfiducia in Colui che tutto può e vede, conosce e ama, oltre che nelle proprie forze. Forse è solo una coincidenza simbolica il fatto che Gesù, per affermare l’assoluto, indeformabile amore e l’intima confidenza di Dio per i suoi figli, usa il simbolo dei capelli che sono tutti sempre contati dal Padre. Che bello sapere che siamo nelle mani di Colui che, pur sapendo tutto di noi, ci ama senza misura e senza limiti, solo per amore, per libero e meraviglioso amore. Che bello imparare, qualsiasi cosa accada nella vita, a passarsi le mani dolcemente tra i capelli, finché nel cuore e nella mente si genera un dialogo interiore di abbandono, di fiducia totale, gratitudine e perdono.
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Decima precisazione.
Non riconoscere Gesù davanti agli uomini significa vergognarsi di Lui e del suo modello spirituale, della proposta delle procedure del vangelo davanti ai modelli dell’uomo, alle convenzioni, alle abitudini e ai poteri umani. Significa temere ed essere preoccupati più per le aspettative umane, che per la volontà di Dio, più per il giudizio della gente, che per il vero benessere dell’anima, più per “cosa dirà la gente”, che di cosa dice il vangelo. La perseveranza nell’amore e nell’amare il nome di Gesù per servire il vangelo è il modo per salvare tutto dell’uomo, dell’umanità e di ciascuno. Rinnegare Gesù significa invece ridicolizzare la sua Parola e la sua persona, per partito preso, con il cervello annegato nel pregiudizio e nell’ignoranza. Rinnegare Gesù significa non solo rifiutarlo, ma rifiutarlo per perversa disonestà intellettuale, per arrogante presa di posizione, senza mai scegliere, personalmente e liberamente, con il cuore e con l’anima. Non riconoscere è non farsi riconoscere. Rinnegare è farsi rinnegare.
La perseveranza dell’amore è la cosciente decisione di perseguire le procedure spirituali e mentali di Gesù, indipendentemente dalle situazioni positive o negative e dal contesto sociale.
Avremo preferito precisazioni meno puntuali e dettagliate e soprattutto meno realistiche e comprovate, Signore, ma il sorprendente del vangelo è anche assistere alla sua potenza e grazia, nella violenza della reazione di odio e di persecuzione che genera nel mondo della tenebra. Anche questo è un volto splendente del vangelo e di Gesù.