Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 6 Febbraio 2024

5a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Primo libro dei Re 8,22-23.27-30; Salmo 83,3-5.10-11; Vangelo di Marco 7,1-13

Salmo 83,3-5.10-11

Quanto sono amabili, Signore, le tue dimore!

3 L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.

4 Anche il passero trova una casa
e la rondine il nido
 dove porre i suoi piccoli,
presso i tuoi altari,
Signore degli eserciti,
mio re e mio Dio.

5 Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
10 Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

11 Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri
che mille nella mia casa;
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.

Vangelo di Marco 7,1-13

In quel tempo, 1 si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. 2 Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate 3 - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi 4 e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti -, 5 quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?»
6 Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 7 Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. 8 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
9 E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. 10 Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. 11 Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, 12 non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. 13 Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Inversamente proporzionali

La consapevolezza e il conformismo legalista sono inversamente proporzionali. Più l’umanità diventa consapevole di ciò che è e può diventare in Dio, meno il conformismo legalista può essere presente nella sua vita, meno consapevolezza è presente nell’uomo più il conformismo legalista domina la sua vita. L’uomo non consapevole di chi è davanti a Dio preferisce essere schiavo e dominato che libero e responsabile. L’uomo che non cresce nella consapevolezza preferisce non dover decidere nulla della sua vita, preferisce farsi trascinare da una parte all’altra dalle leggi dei potenti dominatori del mondo, che sono create per determinare il conformismo dell’addestramento. L’uomo non consapevole di se stesso e della grandezza della vita è un uomo debole, fragile, facilmente ingannabile, pilotabile, controllabile, è un uomo che si abitua alla miseria, alla penuria, al sopruso, alla schiavitù, all’inedia. L’uomo che non cresce nella consapevolezza interiore facilita alleanze mentali schiavizzanti con le aspettative e il giudizio degli altri, e questo processo conformista ha la sua apoteosi nell’abbandonarsi irresponsabilmente al dominio della legge. L’uomo non consapevole accoglie la vita come una pecora che sta ferma sotto la pioggia. Gli uomini potenti che mantengono i loro simili in questo stato di sedata agonia inconsapevole devono essere veramente abili in due attività: la prima è saper usare la potenza della legge fino ad abusarne con ogni forma di aggressività, la seconda è essere sempre, completamente e totalmente dedicati mentalmente al gioco dell’ipocrisia, in ogni sua specie e manifestazione.
Perfino Gesù è amareggiato da tanto spreco di bellezza e potenza umane, tutte giocate tra schiavi e dominatori attraverso l’avvelenamento della consapevolezza dell’uomo per mezzo delle leggi e delle convenzioni umane. Eppure Dio ha creato l’uomo a propria immagine e somiglianza e gli ha concesso potenzialità e ricchezze sconfinate per vivere su questa terra un’avventura meravigliosa e piena di felicità. Perfino Gesù è stupito di tanto potere di vita e di benessere dati all’uomo da Dio Padre e di così poca consapevolezza da parte dell’uomo di usarli per il benessere di tutti.
Ma cos’è la non consapevolezza e cos’è la consapevolezza? Gesù lo rivela in due parole. Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. La non consapevolezza è tutto ciò che nel cammino umano allontana Dio dal cuore dell’uomo, incartando questo processo nella carta dorata dell’ipocrisia che finge di onorare con le labbra e la mente ciò che disprezza col cuore. La consapevolezza è tutto ciò che nel cammino umano avvicina il cuore dell’uomo al cuore di Dio e lo tiene saldamente, intimamente e teneramente unito a lui. Nulla meglio della Parola di Gesù è utile a questo scopo. Il vangelo è il libro della liberazione perché è il libro delle procedure per la consapevolezza umana.