Una chiave apre, apre le porte dell’inferno già in questa vita. Una chiave apre, apre le porte del paradiso già in questa vita. Una chiave apre la navigazione nel mare velenoso e tossico della malattia, della sofferenza e della morte. Una chiave apre la navigazione nel mare rivitalizzante e guarente della salute, della gioia e della vita. Una chiave impone il giudizio e la condanna, una chiave predispone alla misericordia e alla comprensione. Una chiave attira su di sé il giudizio e la condanna divine, una chiave attira su di sé la misericordia e il perdono divini. Una chiave è la divisione, una chiave è l’unità. La chiave della divisione prima che dividerci dagli altri ci divide da noi stessi, la chiave dell’unità prima che unirci agli altri ci unisce in noi stessi. Giudicare il fratello è divisione, comprendere il fratello è unire. Accusare i propri simili è usare la chiave infernale della separazione, perdonare i fratelli è usare la chiave paradisiaca dell’unità. Non c’entra assolutamente nulla avere ragione o torto nella vita, quello che conta veramente è la decisione di che chiave usare nella nostra esistenza terrena. Gesù ci rivela che se per qualsiasi motivo usiamo la chiave della divisione, perfino il rapporto con Dio è assolutamente compromesso. Non si può essere divisi con i fratelli e uniti con Dio, impossibile. Chi usa la chiave della divisione e della separazione si mette in gabbia da solo, una gabbia terribile e oscura perché diventa debitore nei confronti dell’unità, e l’unità è la sorgente della vita; così debitore che non potrà entrare nella vita della luce infinita senza prima uscire da questa gabbia, e per uscire dovrà aver pagato l’ultimo spicciolo dei debiti contratti contro l’unità. L’unità è la vita, la divisione è la morte.