Letteralmente è scritto: èchete pìstin Theòu, abbiate-trattenete-possedete fede di Dio. Questa espressione si trova una sola volta nel vangelo, qui in Marco. Infatti per dire credere in Dio generalmente il vangelo utilizza pistèuein èis tòn theòn. Quindi la costruzione usata in questo brano è alquanto particolare e si può affermare che ha un significato di diversa profondità rispetto all’usuale linguaggio del vangelo.
Di solito il vangelo non dice: trattenete [greco: ècho] la fede [greco: pìstis] di Dio, ma usa il verbo pistèuo èis, “aver fede verso/in” Dio. Avere fede in Dio è una cosa e appartiene a un certo livello di evoluzione spirituale e intellettuale. Tenere, trattenere la fede di Dio è completamente un’altra cosa e appartiene a tutto un altro livello di evoluzione spirituale e intellettuale.
Credere in Dio è il primo passo della spiritualità, trattenere la fede di Dio, sempre e comunque, è il cammino vero e proprio della spiritualità. Credere in Dio, dentro e oltre quello che viviamo e capiamo della vita, è un atto di fede, di umiltà intellettuale, apre alla visione delle realtà superiori. Trattenere, non lasciare mai andare la fede di Dio, dentro e oltre quello che viviamo e capiamo, è una scelta definitiva di amore e di fiducia, è creare un rapporto di intimità e di unione, di unione con l’entità spirituale di Dio. Credere in Dio è sapere che lui c’è, trattenere in sé la fede di Dio è sapere che con lui possiamo avere un rapporto d’amore stupefacente, di complicità, di intimissima fiducia assoluta e totale. Gesù, più che ad “aver fede”, ispira a compiere un’aderenza amorosa, a creare un legame, a stringere a sé qualcosa, in quanto il verbo ècho implica sempre un atto di presa di possesso e di aderenza: la fede è un bene con cui costruire un legame, è necessario stringersela addosso come una pelle. Gesù sottolinea che desidera ispirare l’umanità non solo alla fede in Dio, come più volte ripete nel vangelo, ma alla fede di Dio: il testo evangelico usa qui il caso genitivo, con il significato di complemento di specificazione.
Gesù ci invita a crescere nella fede di Dio e il modo per farlo è scegliere definitivamente e per sempre che la fede di Dio sia in noi, in ogni pensiero e progetto, sensazione, dialogo interiore, indipendentemente da qualsiasi cosa possa accadere nella nostra vita. Colui che ha fede in Dio può dubitare a volte del suo amore e della sua presenza, della sua tenerissima presenza provvidente, ma chi ha la fede di Dio, non potrà mai, mai pensare male di Dio, dubitare del suo amore e della sua amicizia. Chi ha fede in Dio può usare la fede come supporto terapeutico nelle difficoltà della vita, chi trattiene la fede di Dio ha il nome di Dio, di Gesù, e del Paraclito nel cuore e sulle labbra, continuamente, senza sosta, assolutamente e completamente in modo indipendente dagli eventi della vita, e soprattutto in modo incondizionato e preventivo.