Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 1 Giugno 2023

8a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Siràcide 42,15-25; Salmo 32,2-9; Vangelo di Marco 10,46-52

Salmo 32,2-9

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.

2 Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
3
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

4 Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
5
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

6 Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
7
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

8 Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
9
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

Vangelo di Marco 10,46-52

In quel tempo, 46 mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!»
48 Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»
49 Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!» Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!» 50 Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
51 Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!» 52 E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Onora

Il nome Bartimeo, il nome del figlio di Timeo, etimologicamente significa onora il figlio. Bartimeo, onora il figlio, è cieco perché ha sempre disonorato il nome che porta. Bartimeo ha onorato il figlio nella figura di suo padre, di sua madre, dei precettori, degli insegnanti, dei dirigenti del popolo, degli amici, dei familiari, ed è cieco. Bartimeo ha onorato il figlio nelle tradizioni antiche, nelle mitologie del passato, nelle leggende della sua terra, nelle devozioni popolari, nella religione dei padri, ed è cieco. Bartimeo ha onorato il figlio nell’osservanza delle leggi, delle consuetudini, nel rispetto delle abitudini, delle usanze, delle convenzioni, ed è cieco. Bartimeo, onora il figlio, è cieco ma ci vede quel tanto per riconoscere, sentire, intuire che colui che sta passando per quella strada non è un figlio della terra, non è il figlio del sangue, il figlio di qualcuno, il figlio di una leggenda o di una tradizione, di una confessione religiosa o di una superstizione; colui che sta passando è il Figlio, l’unico Figlio, e allora grida, grida con tutta la voce che ha in corpo, per invocare salvezza e implorare luce al Figlio. Bartimeo, onora il figlio, è cieco perché, anche senza saperlo, ha seguito l’addestramento dei suoi padri e, in questo modo, ha sempre disonorato il nome che porta. Bartimeo, onora il figlio, è cieco perché, anche se non consapevolmente, per non disonorare gli uomini, per non deludere le aspettative altrui, perché gli altri fossero sempre fieri di lui, ha disonorato se stesso e la propria essenza, ha tradito il proprio nome, il nome che Dio gli ha scritto dentro: Bartimeo, onora il Figlio. Bartimeo, onora il figlio, ha dimenticato il proprio nome, non è più riuscito a scorgere in se stesso la propria essenza divina, la propria essenza spirituale e intellettuale, è diventato cieco, chiudendo gli occhi sull’identità del proprio essere. Bartimeo, onora il figlio, ora è pronto a diventare il nome che porta, è pronto a vedere la luce e, per questo, implora luce e salvezza al Figlio. Lo scopo della vita di Bartimeo, onora il figlio, non è vivere, fare le scelte, lavorare, trasmettere la vita, amare, sognare, costruire, essere cieco o vedente, condividere, creare relazioni, camminare, realizzare, appassionarsi per onorare l’uomo, ma per onorare il Figlio. Quando Bartimeo, onora il figlio, diventa Bartimeo, onora il Figlio, allora per Bartimeo è possibile conoscere la gioia piena, vivere con amore, con gratitudine, con gratuità, con compassione, con intelligenza, con creatività, con genio, con dedizione, con passione, con felicità e in pace il tutto della vita. 

Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori ideologie, filosofie, culture, mode, usi, tradizioni,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori te stesso, il tuo ego, i tuoi sogni, desideri, le tue aspirazioni,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori gli uomini e le loro aspettative,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori norme, princìpi, leggi, valori,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori gli affetti, la parentela, i legami, il sangue,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori padri e madri secondo il sangue,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori i potenti della terra, le autorità istituite dagli uomini,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio,
perché, quando onori come cose sacre la giustizia, la pace,
l’uguaglianza, l’onore, i diritti,
sei cieco, e disonori il tuo nome e Colui che il nome ti ha scritto dentro.
Bartimeo, onora il Figlio, e allora potrai vedere Dio Padre,
e Dio Padre potrà vedere in te suo figlio.