Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 13 Febbraio 2023

6a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Gènesi 4,1-15.25; Salmo 49, 1.8.16-17.20-21; Vangelo di Marco 8,11-13

Salmo 49,1.8.16-17.20-21

Offri a Dio come sacrificio la lode.

1 Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
8 «Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

16 Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,

17 tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?

20 Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.

21 Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

Vangelo di Marco 8,11-13

In quel tempo, 11 vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
12
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
13
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Sospiro

Una persona sta affondando nelle sabbie mobili. Ormai è sotto quasi fino al mento e il fango le sta riempiendo la bocca. Arrivano i soccorsi. Il soccorritore lancia una fune, e con un lancio perfetto la fune arriva giusta a un centimetro dalla bocca dello sfortunato che sta affondando. Basterebbe afferrare con i denti la cima della fune per essere portato in salvo. Ma colui che sta affondando non si cura della fune. È evidente che gli basterebbe un gesto semplicissimo e sicuro per salvarsi, addentando cioè la cima, ma niente, non addenta la fune, inizia invece a gridare che vuole un segno, un segno che gli dia la prova che colui che lo sta salvando sia veramente lì per salvarlo. Cosa dire? Cosa fare?
Perfino il dolcissimo Gesù, davanti a questa generazione che, sull’orlo dell’abisso, ancora discute e gli chiede prove e segni, perfino il dolcissimo Gesù non riesce a trattenere un muto e desolato sospiro e, girandosi dall’altra parte, compie un gesto che toglie il fiato e fa tremare gli abissi dell’universo: Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Noi siamo poveri, Signore,
infangati, oppressi da molte cose,
lenti nella strada dell’amore,
quasi soffocati dall’inganno e dalla paura,
ma salvaci, Signore.
Salvaci, Signore,
noi non ti chiediamo segni,
non ti facciamo interrogatori,
non ti chiediamo prove,
portaci in salvo sull’altra riva, Signore.
Ti imploriamo con tutte le forze,
non andare all’altra riva senza di noi.
Amen