Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 8 Agosto 2023

18a settimana del tempo Ordinario

Parola del giorno
Numeri 12,1-13; Salmo 50,3-7.12-13; Vangelo di Matteo 15,1-2.10-14

Salmo 50,3-7.12-13

Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.

3 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
4 Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

5 Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
6 Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Così sei giusto nella tua sentenza,
sei retto nel tuo giudizio.
7 Ecco, nella colpa io sono nato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.

12 Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
13 Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di PERDONACI SIGNORE
 

Vangelo di Matteo 15,1-2.10-14

1 In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2 «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!»
10
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! 11 Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!»
12
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?»
13
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14 Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!»

Lasciateli stare!

Lasciateli stare! Non serve combattere quelli del potere, i dirigenti dei popoli, i padroni della legge e del potere. Lasciateli stare! perché credono di avere tutto il potere, in realtà non ce l’hanno affatto. Sono piante piantate su questa terra per il proprio vantaggio, interesse, convenienza a scapito dei popoli; non sono certo stati piantati dal Padre celeste e, per questo, saranno estirpati e sradicati. Lasciateli stare! perché non hanno mai cercato un solo giorno della loro vita di rendere gloria a Dio, ma solo a se stessi e alla loro vanagloria e ambizione. Non serve opporsi all’ipocrisia, all’arroganza, alla strafottenza dei potenti, non serve. Sarà la loro stessa cecità che, ponendosi orgogliosamente alla guida di altri ciechi come loro, li guiderà immancabilmente a cadere e affogare nel fosso dell’oscurità e della miseria. Lasciateli stare! perché, se non sono in grado di riconoscere quando sono stati visitati e da chi sono stati visitati nella persona di Gesù, il Re dei re, come faranno a comprendere tutto il resto della vita? Lasciateli stare! perché chi è cieco dentro, è cieco anche fuori e, pur affondando gli occhi in un cannocchiale che gli mostra e dimostra il dato empirico di un certo movimento degli astri, se questo non corrisponde alla tradizione degli antichi, è capace di gridare scandalizzato all’eresia e di condannare a morte, lasciateli stare! Lasciateli stare! dice Gesù, con il chiaro invito, a non preoccuparci per loro, né a occuparci di loro.
Gesù ci invita a occuparci completamente di annunciare, ma non di annunciare leggi, tradizioni, morali e principi di uomini, di annunciare invece le Beatitudini, per far conoscere le Beatitudini, per far vivere e incarnare le Beatitudini che sono le procedure di Gesù, piantate nel vangelo e nel cuore degli amanti figli dal Padre celeste.
Lasciateli stare! dice Gesù, perché non sono piante piantate su questa terra dal Padre celeste, ma da un altro contadino che è il nemico del Padre celeste, e per loro c’è solo il fosso, l’oscuro fosso del nulla senza amore.