La donna, la cui figliola è posseduta da uno spirito impuro, è straniera, è un’estranea, di certo però è una buongustaia eccezionale. Gesù cerca di stare nascosto, ma la buongustaia ha buon naso, lo scova subito e va da lui immediatamente. La donna non conosce la sua lingua ma ha un palato finissimo e sa esattamente di quale parola cibarsi e supplica affinché questa Parola di Vita proferisca un solo suono, perché un solo suono è salvezza certa. La donna non ha appoggi, non ha conoscenze, non ha tradizioni religiose alle spalle, non appartiene nemmeno al popolo di Dio, ma è una buongustaia come poche e si pone alla tavola del Maestro Gesù con umiltà, tenacia, acume, arguzia invincibile, con decisione assoluta.
Dio ama i buongustai, stravede per loro, per loro cambia anche le regole del gioco.
In mezzo a tavole umane che nella storia a turno vengono imbandite di ogni finta verità, di pericolosa persuasione, di inganno, ignoranza, ideologia – tutti cibi questi velenosi e ipoenergetici per l’uomo – i buongustai riconoscono con il naso dell’intelligenza dello spirito che solamente alla tavola del Maestro Gesù, alla mensa del vangelo, l’umanità può alimentarsi del cibo perfettamente dedicato al metabolismo spirituale ed esistenziale dell’uomo.
La buongustaia salva se stessa e salva sua figlia; i figli della storia della salvezza, invece, invitati da millenni alla tavola della luce e della vita, se ne vanno casa a pancia vuota.