Per quello che sta spiegando, Gesù ora chiede molta attenzione, chiede tutta l’attenzione dell’uomo.
Gesù afferma che ciò che è fuori dell’uomo non può nuocere all’uomo. Ciò che invece può nuocere all’uomo viene da dentro l’uomo stesso. Perché?
Tutto ciò che è fuori dell’uomo deriva e proviene, è creato e voluto dal cuore pensante di Dio, dal Logos creatore. Tutto ciò che è creato dal cuore di Dio nasce dall’unità, ha come scopo l’unità, vive e tende verso l’unità del tutto e dell’uno. Quello invece che è creato dai pensieri della mente umana, quello che dal logos, dal dialogo interiore dell’uomo viene prodotto come intenzioni e azioni e viene proiettato fuori, non è detto che nasca dall’unità e abbia come scopo ultimo l’unità del tutto e dell’uno.
La distinzione che pone Gesù davanti agli occhi di tutta l’umanità non è tra il mondo di fuori, il mondo esterno e il mondo di dentro, il mondo interiore: Gesù distingue due mondi che derivano da due modi di pensare. C’è il mondo creato, uscito dal di dentro di Dio, dal Logos divino, che è nato dall’unità ed è proteso all’unità e all’unione, e c’è il mondo che esce dal di dentro dell’uomo, dal logos umano, in grado di dare vita a intenzioni e realtà che non derivano dall’unità e non tendono all’unione. Ecco perché non dal dialogo interiore di Dio, ma solo dal dialogo interiore dell’uomo possono nascere le cose cattive. In particolare il termine greco qui usato per esprimere “cose cattive” non è l’usuale neutro plurale dell’aggettivo kakòs, “cattivo”, ma quello dell’aggettivo poneròs, “ciò che causa sofferenza, tormento”, aggettivo che descrive, appunto, una situazione di fatica, sforzo, pena, afflizione, cattive condizioni. Secondo Gesù le cose cattive non sono tali per prescrizione morale, ma perché realmente affaticano la vita, conducono a cattive condizioni interiori, a condizioni pericolose per la vita, a cose inutili, a situazioni faticose che portano danno e divisione. Questa distinzione tra il Logos divino e il logos umano è una fonte luminosissima di conoscenza che, se compresa e accettata, impedisce definitivamente all’uomo di pensare male di Dio, di considerare che Dio possa essere la causa e l’origine del male e della divisione, della fatica e del pericolo nella vita. Comprendere questa verità rende impossibile alla mente umana, che è alla ricerca dei motivi e delle cause della sua fatica, della morte, della sofferenza, della malattia, di mettere in carcere, come colpevole di tutto, l’innocente, Dio.
Non è fuori, ma nel mondo interiore, nel logos della propria mente che l’uomo deve cercare le cause della guerra, dei conflitti, dell’odio, della sofferenza, del dolore, della fatica del vivere, della tristezza, della desolazione e della paura. Allo stesso modo non è fuori, ma è nel proprio logos interiore che, con l’aiuto di Dio, si può cominciare a intessere pensieri di pace, di umiltà, di guarigione, di gratitudine e gioia secondo il mondo di Dio e le procedure evangeliche di Gesù.