Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 1 Aprile 2024

Fra l’ottava di Pasqua

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 2,14.22-33; Salmo 15,1-2.5.7-11; Vangelo di Matteo 28,8-15

Salmo 15,1-2a.5.7-11

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

1 Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
2 Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
8 Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

9 Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
10 perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

11 Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Vangelo di Matteo 28,8-15

In quel tempo, 8 abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9 Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!» Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11 Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12 Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13 dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14 E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15 Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

Chàirete

Gesù risorto va incontro ai suoi amici e prima di tutti incontra le donne del suo gruppo e le saluta con un saluto che il testo CEI traduce con: Salute a voi! In verità il testo greco usa il verbo chàire nella forma imperativa chàirete, “rallegratevi, state nella gioia”, più precisamente, “entrate e rimanete nella gioia, nella grazia, nell’amore”. La prima parola di Gesù risorto all’umanità è un imperativo, il dolcissimo, solenne imperativo di entrare e rimanere nella gioia, nella pace, nella grazia e nell’amore. Tutto in Gesù è in nome della gioia, e per la gioia. Tutto il messaggio di Gesù è raccolto in un testo che chiamiamo vangelo, parola che deriva dal greco euanghèlion, “felice annuncio, buona notizia”. Il cuore stesso del vangelo, le Beatitudini, cioè i comandamenti di coloro che credono in Gesù, sono un inno alla gioia e alla felicità, sono procedure per essere felici e vivere nel benessere e nella pace. Ogni parola di Gesù, ogni ispirazione, ogni conoscenza che Gesù ci dona, ogni suo gesto e miracolo hanno come scopo la gioia, la felicità, il benessere dell’uomo. Di gioia è intessuto il saluto dell’angelo Gabriele a Maria, quando le annuncia che diventerà madre del Signore; di gioia cantano gli angeli insieme ai pastori davanti alla grotta di Betlem. Lo scopo dell’incarnazione di Gesù e della sua visita alla terra è la nostra gioia e la nostra felicità. Lui lo afferma con forza quando in Giovanni 15,11 rivela lo scopo di tutto il suo messaggio all’umanità: Queste cose ho detto a voi affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Tradurre chàirete con Salute a voi non è solo scorretto etimologicamente ma è anche il segno della superficialità e della disinvoltura deviante con cui possono essere trattate le parole di Gesù, le sue indicazioni, le sue ispirazioni e le sue procedure. Può Gesù risorto, il Figlio di Dio Altissimo, che incontra radioso e pieno di luce i suoi amici, concentrare tutto il suo amore e il suo messaggio nelle prime parole che rivolge loro, dopo i giorni cruenti della morte e della separazione, in un patetico, incoerente, sproporzionato Salute a voi? Può Gesù risorto, mentre incontra sua figlia umanità, quell’umanità per cui, secondo lo sconfinato progetto di amore del Padre, ha attraversato i cieli dei cieli incarnandosi nel grembo di Maria, ha accettato processi, torture, umiliazioni, sputi, flagello, croce, morte cruenta e terribile, salutarla con un generico saluto convenzionale e di circostanza? Chàirete non è un saluto, è un imperativo. L’imperativo sul quale l’umanità liberata, la comunità dei credenti, deve muovere i primi passi. L’imperativo che rivela, afferma, ispira, proclama, annuncia: entrate nella gioia, dimorate nella gioia, rimanete nella gioia. Ringioitevi è il messaggio, la proposta imperativa, l’ispirazione salvifica di Gesù risorto ai suoi amici e figli. L’imperativo di Gesù annuncia il nostro destino e la nostra stessa essenza, perfino la nostra natura e l’energia di cui siamo composti e creati: gioia, gioia di Dio. Noi siamo fatti della gioia di Dio. L’evangelizzazione si fonda su questo imperativo: essere felici e nella gioia. Alla gioia deve portare la catechesi, guidare la conoscenza, indirizzare la Parola e condurre la preghiera. Se Gesù che viene annunciato e predicato non parte dalla gioia e non conduce alla gioia non è il Gesù di Dio Padre e del Paraclito Spirito ma di qualcun altro. Gesù è gioia, sempre gioia, tutta la gioia. L’uomo stesso è fatto della gioia di Dio. Il DNA dell’uomo è fatto di gioia e la sua spirale si eleva come una scala verso Dio a lodare il suo Nome Santo. L’uomo è elettrochimicamente composto e fatto di gioia, della gioia di Dio e, quando la mente e lo spirito dell’uomo non sono nella gioia, il DNA e tutti i processi elettrobiochimici del corpo non cantano più la musica di Dio, ma biascicano le melodie distorte del principe dei regni oscuri, Satana. Chi dice di credere in Gesù e di voler seguire la sua Parola e non è profondamente sempre gioioso dentro, ma si lascia persuadere dalla rabbia, convincere dal rancore, agganciare dalla vendetta, sottomettere dall’ira, non sta seguendo Gesù ma una devozione malvagia, una religione oscura, una confessione tenebrosa. Il segno di croce, la benedizione degli amici di Gesù è: chàirete in nome del Padre, chàirete in nome del Figlio, chàirete in nome del Santo Paraclito. Amen, chàirete.