Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Domenica 28 Aprile 2024

5a di Pasqua – Anno B

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 9,26-31; Salmo 21,26b-28.30-32; Prima lettera di Giovanni 3,18-24; Vangelo di Giovanni 15,1-8

Salmo 21,26-28.30-32

A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

26 Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
27
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!

28 Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.

30 A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.

Ma io vivrò per lui,
31
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!»

Vangelo di Giovanni 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 1 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2 Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3 Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
4
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6 Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
7
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Mèno

Il verbo greco mèno, “rimanere”, è qui ripetuto ben 7 volte nell’arco di 4 versetti. Gesù ripete continuamente di “rimanere”: rimanete in me e io in voise non rimanetechi rimanese le mie parole rimangonoMèno, “rimango, permango, continuo a essere, persisto, continuo a esistere, continuo a sussistere”, ha anche l’accezione di “restare fermo di fronte alle avversità, perseverare, resistere, rimanere, permanere saldo”. Questo verbo, nel vangelo, è usato per definire la stabilità della presenza, del consiglio e dell’amore di Dio, stabilità divina che garantisce all’uomo la ricchezza di ogni bene e benessere, in una parola, la pace. È uno dei verbi preferiti da Gesù. È il segreto dell’amore e della vita: rimanere uniti sempre, immancabilmente a Gesù. A volte riusciamo a rimanere uniti al suo cuore, a volte al suo volto, altre volte alle sue parole o alle sue mani, e altre ancora solo alle frange della sua tunica, ma rimanere uniti a Lui è il tutto e sarà per sempre.
Il primo passo indispensabile per rimanere uniti a Lui è non pensare mai male di Lui, è non pensare mai male di Dio, qualsiasi cosa accada. Il secondo passo per rimanere in Lui è farlo diventare il cuore di ogni nostro dialogo interiore, ripetendoci continuamente e sempre, con instancabile umiltà e intelligenza, senza di te non posso far nulla ma con te posso tutto. Il terzo passo per rimanere in Lui è la coerenza, coerenza quanto più è possibile delle nostre azioni di amore e giustizia con la sua Parola. È questa unione che permette all’uomo di essere in pace e di portare molto frutto nella vita, realizzando il compito che Dio ha pensato per ciascuno di noi, per ciascuno dei suoi figli.