Il verbo greco mèno, “rimanere”, è qui ripetuto ben 7 volte nell’arco di 4 versetti. Gesù ripete continuamente di “rimanere”: rimanete in me e io in voi… se non rimanete… chi rimane… se le mie parole rimangono… Mèno, “rimango, permango, continuo a essere, persisto, continuo a esistere, continuo a sussistere”, ha anche l’accezione di “restare fermo di fronte alle avversità, perseverare, resistere, rimanere, permanere saldo”. Questo verbo, nel vangelo, è usato per definire la stabilità della presenza, del consiglio e dell’amore di Dio, stabilità divina che garantisce all’uomo la ricchezza di ogni bene e benessere, in una parola, la pace. È uno dei verbi preferiti da Gesù. È il segreto dell’amore e della vita: rimanere uniti sempre, immancabilmente a Gesù. A volte riusciamo a rimanere uniti al suo cuore, a volte al suo volto, altre volte alle sue parole o alle sue mani, e altre ancora solo alle frange della sua tunica, ma rimanere uniti a Lui è il tutto e sarà per sempre.
Il primo passo indispensabile per rimanere uniti a Lui è non pensare mai male di Lui, è non pensare mai male di Dio, qualsiasi cosa accada. Il secondo passo per rimanere in Lui è farlo diventare il cuore di ogni nostro dialogo interiore, ripetendoci continuamente e sempre, con instancabile umiltà e intelligenza, senza di te non posso far nulla ma con te posso tutto. Il terzo passo per rimanere in Lui è la coerenza, coerenza quanto più è possibile delle nostre azioni di amore e giustizia con la sua Parola. È questa unione che permette all’uomo di essere in pace e di portare molto frutto nella vita, realizzando il compito che Dio ha pensato per ciascuno di noi, per ciascuno dei suoi figli.