Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Giovedì 24 Settembre 2020

25a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Qoèlet 1.2-11; Salmo 89,3-6.12-14.17; Vangelo di Luca 9,7-9

Salmo 89,3-6.12-14.17

Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
4
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

5 Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
6
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

12 Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
13
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

14 Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
17
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

Vangelo di Luca 9,7-9

In quel tempo, 7 Il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», 8 altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
9
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?» E cercava di vederlo.

Chi è?

Erode è curioso. Vuole sapere chi è Gesù, anzi vuole vederlo. Senz’altro ci sarà anche riuscito. Erode vuole sapere, forse vuole perfino capire. Anche con Giovanni l’Immergitore Erode era stato curioso, così curioso di sapere cosa aveva nella testa quell’incredibile personaggio, che a un certo punto, per vedere dentro, gliel’ha tagliata.
Il potere a volte è curioso, ma solo per i primi tempi e mai per capire, solo per sapere in che misura quella cosa nuova, inattesa, inedita può tornare utile e vantaggiosa e soprattutto in che misura è controllabile. La novità, la nuova prospettiva, se non è vantaggiosa per il sistema, il problema non si pone, è senz’altro una cosa stupida e ingannevole. Se invece può rivelarsi vantaggiosa ma non è controllabile, va disintegrata e cancellata con ogni mezzo, come pericolosa e insicura, immorale e insana. Se è vantaggiosa e al tempo stesso completamente controllabile, allora va integrata quanto prima nel sistema e sfruttata fino all’osso, e poi gettata via quando non serve più. Così si è sempre comportato il potere con ogni profeta della storia, con ogni forma di profezia e ogni prospettiva di rinnovamento spirituale e intellettuale. Così il sistema del potere ha fatto con Gesù. Erode avrebbe potuto senz’altro cambiare questo approccio scontato e ripetitivo alla novità, se quel giorno in quell’infimo pizzico di intellettuale curiosità che gli rimaneva, si fosse chiesto non chi è Lui, ma chi è Lui per me.
Se vuoi uscire dall’oscurità del pregiudizio e dal buio della stupidità, non chiederti mai cos’è una cosa, ma cos’è quella cosa per te. Non chiederti mai chi è una persona, ma chi è quella persona per te. Non chiederti mai chi è Dio, Gesù, il Paraclito, il vangelo, ma a occhi chiusi e a cuore aperto, chiediti chi è Dio, chi è Gesù, chi è il Paraclito, cos’è il vangelo per te.