Riconosce chi si riconosce
Gesù ha le sue preferenze. A tavola e sulla strada, quando mangia e beve, quando cammina e attraversa città e villaggi, preferisce la compagnia di coloro che dal sistema religioso sono riconosciuti uomini peccatori e dal sistema legale sono riconosciuti uomini di malaffare. Gesù ha una preferenza indiscutibile per costoro. Perché? Perché questi si riconoscono, gli altri no. L’uomo che riconosce i propri errori e riconosce che può commettere errori è un uomo che viene riconosciuto da Gesù e ha immediatamente la sua preferenza. L’uomo che non riconosce i propri errori e li nasconde per poi incolpare gli altri non viene riconosciuto da Gesù e non ha la sua preferenza. Gesù sa perfettamente che tutti gli uomini commettono errori e peccati, provocano ferite e ricevono ferite, sa esattamente che siamo sottoposti a infinite tentazioni e che siamo molto vulnerabili, peccatori, cioè che non abbiamo una buona mira rispetto alle procedure evangeliche e alla via diritta di Dio. Il termine greco amartìa, “peccato”, letteralmente significa “mira sbagliata, sbaglio di mira”. Gesù sa che l’errore è parte del nostro cammino e del nostro progresso verso Dio e l’amore. In ogni passo, anche se sbagliato, c’è un passo verso una verità più alta, c’è l’anelito al bene e al bello. Quel giorno, lungo il mare, ancora lungo il mare come è accaduto per le altre chiamate, anche Matteo viene chiamato, non perché era il migliore, ma perché era pronto a riconoscersi e a essere riconosciuto. Era pronto a riconoscersi nell’errore senza nascondersi e senza paura, senza giudizi, condanne e sensi di colpa, era pronto a umiliare il suo ego e la sua reputazione, per illuminare la sua vita di una nuova luce. Matteo era pronto a cambiare, a migliorare, a crescere e dunque a essere riconosciuto dal Maestro per essere chiamato a seguire il Maestro. Gesù non può essere medico per chi non si riconosce ammalato, non può essere medicina per chi non si riconosce debole e ferito. Gesù non può essere liberazione e vita per chi non si riconosce schiavo e morente, non può essere conoscenza e ripristino nell’integrità per coloro che non si riconoscono ignoranti e decentrati dall’asse della vita divina. Gesù riconosce chi si riconosce, da come si riconosce.