Giovedì 21 Dicembre 2017

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Cantico dei Cantici 2,8-14; oppure: Sofonìa 3,14-17; Salmo 32,2-3.11-12.20-21; Vangelo di Luca 1,39-45

Vangelo di Luca 1,39-45

39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

L’aderente

E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto.
Beata: lo Spirito Santo usa la voce di Elisabetta per annunciare al mondo chi è Maria. Lo Spirito dice di Maria beata, makarìa in greco. L’aggettivo makàrios, “fornito di beni, fortunato, favorito, privilegiato, felice”, trae origine dal verbo makarìzo, “stimo, proclamo beato, ben avventurato”. La base del vocabolo è accadica, magaru, “accordare favori, essere consenziente”. Nasce dalla radice mak-, connessa molto probabilmente con màkros, “lungo” – dalla radice, mah-, “gigante, grande, esaltato”– emègas, “grande, esteso, vasto, alto, forte, potente, magnifico, mirabile, prodigioso”.
Colei che ha creduto: participio aoristo del verbo pistèuo, “credo, aderisco”, è l’aderenza della pelle alla carne.
Nell’adempimento. Letteralmente il sostantivo telèiosis, “adempimento”, significa: “che ha conseguito la propria completezza; finito, maturo, completo, perfetto”. Il greco tèlos, “estremità, momento ultimo”, designa il punto di conversione nella corsa dei cavalli e nell’aratura, è il luogo di svolta al termine della pista o di un solco. Nella radice di questa parola c’è il significato di “essere, esistere”. Il numerico tilla, infatti, (da cui il greco tèlos), ha come radice til- che vuol dire “essere”, “essere in esistenza”.
Di ciò che ha detto, letteralmente: delle cose dette. Si tratta del participio perfetto passato del greco lalèo, verbo onomatopeico che significa: “chiacchierare, parlare, interloquire, prendere la parola, non riuscire a tacere”. È il loquace, il ciarliero, colui che canta una cantilena. Dall’accadico alalu, da cui la base semitica allèl, da cui l’ebraico hillèl, “cantare, inneggiare, pregare, parlare in modo inintelleggibile”. Verbo collegato al mondo dell’infanzia: la base accadica la’u significa “bimbo, lattante, succhiante”.
Il Signore: “Signore” traduce Yahweh o YHWH, Tetragramma sacro, il nome amoroso di Dio, che si è rivelato per millenni a Israele ma che da quattrocento anni prima della nascita di Cristo fino ai nostri giorni non viene mai pronunziato dagli Ebrei perché è troppo bello e grande, ed è cantato in tutte le pagine della bibbia. Con la divina maternità di Maria, il nome impronunciabile Yahweh, il Signore, contratto in Yah-Yeh, e unito a Yshua, che vuol dire “salvezza”, diventa Yeshùa, “Dio salva”. In italiano, Gesù.
Maria è proclamata, non da Elisabetta, ma da Dio Santo Spirito Paraclito, colei che ha creduto. Secondo l’etimologia del termine significa colei che ha aderito, colei che ha aderito completamente e perfettamente a Dio e alla sua Parola come la pelle alla carne, come l’olio sul capo, come il suono all’orecchio. Il credere di Maria non è solo credere in Dio, ma a lui aderire in tutto e per tutto senza dubbi e senza mai, assolutamente mai, pensare male di lui.
Quindi, l’opposto del credere, l’opposto dell’attività spirituale e intellettuale di Maria, in verità non è semplicemente non credere in Dio, ma molto spesso il credere in lui senza però a lui aderire perfettamente, rimanendo staccati, lontani da lui, in rivolta con lui.
Maria dolcissima Madre, la perfettamente gioiosamente aderente a Dio, con la potenza del suo amore intercede continuamente presso lo Spirito Paraclito perché ci aiuti a crescere nella fede, nella fede vera così che il nostro aderire a Dio sia senza riserve, stabile, sereno, senza pretese, reticenze, tentennamenti, ribellioni, rivolte, domande e dubbi. Solo questa fede può aprirci le strade della gioia e dell’amore. 

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