L’ingannata
Letteralmente: ed essendo partito cerca la perduta (si tratta di un participio passivo: che si era perduta). Il verbo greco usato per descrivere il perdersi della pecora (da cui poi la “perduta”) è planào, “svio, faccio deviare, inganno”, per cui quel participio si potrebbe tradurre anche “l’ingannata”: si tratta, nella radice linguistica, di una deviazione, una digressione dalla strada maestra. La pecora perduta è soprattutto una pecora ingannata e, proprio perché ingannata, si è perduta. Quando l’uomo si perde, quando perde la via maestra, la via di luce, l’armonia, la pace, la salute, la gioia, la vita, è solo e sempre perché è ingannato, non c’è mai un altro motivo. È un inganno antico e potente per lo più sconosciuto e invisibile, ma voluto, generato e gestito interamente da Satana e dai suoi consacrati. È un inganno terribile che pervade profondamente ogni dimensione della vita umana, oltre ogni immaginazione. Ecco perché Gesù quando si muove con l’uomo e per l’uomo, per risollevarlo, aiutarlo e riportarlo in asse nell’amore e nella luce, usa sempre le due ali della procedura divina. Gesù per realizzare la volontà del Padre dei cieli, cioè che nessuno dei suoi figli vada perduto, usa sempre l’ala dell’ispirazione e della conoscenza attraverso il suo vangelo: in questo modo aiuta l’umanità a riconoscere l’inganno Satanico e a farla crescere nella sapienza. La seconda ala che Gesù usa sempre per riportare l’uomo all’armonia nella via maestra e tra le braccia del Padre è la misericordia, la grazia, la dolcezza, la tenerezza, la fantasia della sua infinita misericordia, perché Gesù sa perfettamente che ogni uomo che si perde è un uomo ingannato, e proprio perché è ingannato si è perduto.