Verrò e lo guarirò
Letteralmente al versetto 7 è scritto: Io, essendo venuto, lo guarirò. Due verbi: èrchomai, “vengo, raggiungo, penetro, metto piede, torno a”, e therapèuo – di origine sanscrita, con il significato radicale di “tenere, mantenere in vita” –, “accudire, servire; soccorrere, assistere; curare, guarire”, per sintetizzare splendidamente il lavoro, il compito, il mandato, la missione di Gesù: venire a noi e soccorrerci, visitarci e curarci, abitare con noi e guarirci, rimanere con noi per mantenerci in vita.
La presenza di Gesù è sempre curatrice e terapeutica, taumaturgica e sanante. Rimanere in Gesù con il pensiero e con il cuore è sempre, prima di tutto, guarente e risanante. Il vangelo, se inteso correttamente, è prima di tutto un libro di istruzioni per il medicamento di ogni ferita e malattia dell’uomo, è un testo curativo, terapeutico, un’ispirazione divina per guarire e ripristinare l’uomo da dentro. Gesù è venuto a visitare la terra con la sua incarnazione per guarire l’umanità a tutti i livelli e in tutte le sue dimensioni, per risollevarla verso una splendida evoluzione. L’umanità ha risposto a Gesù uccidendolo due volte e la seconda è stata più perversa e violenta della prima. La prima morte procurata a Gesù è stata inchiodarlo a una croce, la seconda annunciare e considerare il vangelo come un testo per fondare una nuova religione, delle istituzioni e delle gerarchie, tralasciando di farlo conoscere al mondo come il libro della salute e della gioia. Questo è stato il più alto tradimento del vangelo e di Gesù.
Ma nessuna violenza e nessun tradimento, nessun inganno, nessuna potenza sulla terra potrà mai fermare il mandato divino che Gesù incarna nella sua misericordia e nella sua compassione infinita. Gesù verrà, verrà e ci guarirà tutti, guarirà tutti quelli che avranno deciso in cuor loro di farsi guarire dal Signore della vita, per una vita nuova e meravigliosa.