Difficile
Per questa generazione, la religione, la cultura, le relazioni, il lavoro, il divertimento, la salute, i diritti umani, la giustizia, la politica, le leggi non hanno avuto nemmeno un frammento del potere di coinvolgimento e della forza di attrazione che ha avuto il denaro. Non c’è stato dogma religioso, costituzione politica, filosofia culturale che abbia avuto corrispondenza e aderenza nel cuore e nella mente dell’uomo come il denaro. Per questa generazione il tempo è denaro, il divertimento è denaro, viaggiare è denaro, rimanere in salute è denaro, curare le malattie è denaro, fare sport è denaro, studiare è denaro, progettare è denaro, fare guerra è denaro, fare pace è denaro. Alle regole dettate dal denaro si sono completamente sottoposte le politiche, le religioni, le ricerche e le scoperte scientifiche, le culture, le relazioni affettive, le morali, la farmacologia, la medicina, il modo di viaggiare, di comunicare, di lavorare ed educare. Quando questa generazione ha accettato con entusiasmo la convenzione secondo cui gli affari sono affari, ha decretato che con il denaro si può fare ogni cosa e raggiungere ogni obiettivo, con l’ovvia conseguenza che in nome del denaro si può fare ogni cosa e usare ogni mezzo. La grande forza di attrazione del denaro proviene dal fatto che è una convenzione inventata dal nulla dal sistema bancario, convenzione che ci permette di pagare tutto ciò che ci serve per vivere senza mai pagare, concretamente, “di persona” tutto ciò che ci serve per vivere. L’incalcolabile illusione collettiva nei riguardi del denaro risiede nella radicata convinzione che il denaro sia un mezzo per raggiungere ciò che ci serve o desideriamo. Il denaro nella sua storia non è mai stato un mezzo, nemmeno per un secondo, è sempre e solo stato il fine, il fine ultimo di tutto. È così che il denaro è diventato il principio primo e il fine, è diventato dio. Il denaro è l’unico dio che non ha nemici, detrattori, persecutori in nessuna religione, istituzione politica, cultura, costituzione, legge e morale.
Abbandonandosi completamente nelle mani del denaro questa generazione ha accettato di immettersi sulla strada in assoluto più sicura che conduce all’autodistruzione, un’autodistruzione controllata, capillare e metodica. Il denaro non fa miracoli, non guarisce nessuno, non ha sapienza, non genera né dona amore, non ha compassione, non possiede le procedure per vivere felici, sani e nel benessere, non produce gioia in nessuno, non dona onore e nobiltà, non può avere relazioni con nessuno, non comunica nulla, eppure mai nessuno lo bestemmia, lo mette in croce, lo umilia, lo ridicolizza, lo condanna. Questa nostra generazione ha veramente un solo dio, e quel dio la diverte, la occupa, la preoccupa, la tiene sul filo del rasoio, la appassiona, a differenza dell’altro Dio, quello vero, che quando parla è superato, quando profetizza è scomodo, quando insegna è noioso, quando chiede di lasciare il denaro suscita una tristezza mortale. Che fare con questo Dio-Gesù, quello vero, che con le sue parole assurde e incomprensibili riempie di tristezza persino il giovane di cui narra il vangelo, così ben disposto alla spiritualità e alla devozione? Che fare con questo Dio-Gesù, quello vero, che con la sua proposta improponibile e scriteriata si prende il diritto di riempire di amarezza e delusione l’animo di questo giovane di buona famiglia, di belle speranze, così profondamente rispettoso della legge dall’infanzia, coscienzioso, disciplinato, osservante e diligente? Che fare con questo Dio-Gesù, quello vero? L’unica soluzione è di metterlo in croce, che almeno Lui paghi, paghi di persona, per tutti.