Tenebra - Cosa resterebbe di...

Tenebra

Cosa resterebbe di una tigre, se perdesse la consapevolezza istintivo-animale di chi è? Cosa ne sarebbe di un albero, se perdesse la consapevolezza vegetale della specie cui appartiene e di quali sono le sue caratteristiche? Se il lupo perdesse la sua consapevolezza istintuale e si comportasse da farfalla e l’anitra da scoiattolo, cosa succederebbe? E se la pietra si comportasse come l’aria e la neve scendesse incandescente come lava? Se uno qualsiasi degli elementi della vita, dalla più piccola particella alla galassia più estesa, perdesse la “consapevolezza” esistenziale di ciò che è, cosa resterebbe della vita e dell’universo? Nulla. Non resterebbe nulla. A nessun elemento del cosmo è data questa possibilità di tradire la propria essenza, il proprio mandato, il proprio compito. Solo all’uomo è stata data questa possibilità. L’uomo è libero di crescere nella sua consapevolezza verso una luminosa e splendida evoluzione o di tradire la sua consapevolezza e dunque la sua essenza, il suo compito per incamminarsi verso la sua estinzione. Dice il testo evangelico: Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta, letteralmente: il popolo sedente nella tenebra luce vide grande, e ai sedenti nella regione e ombra di morte luce sorse per loro. Questa è la tenebra in cui giace accovacciata, ingabbiata, schiava, incatenata l’umanità, questa è la regione di morte che abita l’umanità, è la tenebra della non consapevolezza e della non conoscenza di ciò che è. Gesù si propone come la grande luce, la luce che è sorta per sconfiggere questa tenebra opprimente e distruttiva e riportare l’uomo alla consapevolezza di ciò che è nell’essenza e nel piano di Dio. 
Può sembrare paradossale e perfino ardito ma, in verità, Gesù non è venuto sulla terra perché noi credessimo in lui ma, fondamentalmente, perché, credendo in lui, riprendessimo consapevolezza di chi siamo noi veramente: figli di Dio, figli dell’amore e della luce. Se credere in Gesù non ci stana dalla fossa dell’inconsapevolezza, dalle ombre dell’ignoranza e della morte in cui siamo caduti, è una fede inutile. Gesù è la grande luce che ha il potere di illuminare l’uomo e di metterlo davanti a se stesso, perché l’uomo ritorni in sé e alla splendida consapevolezza di chi è davanti alla vita, davanti a se stesso e davanti a Dio. L’essenza dell’uomo non è arroganza, invidia, ambizione, conflitto, corruzione, schiavitù, miseria, violenza, morte. L’uomo vive di queste energie ammalate e velenose solo perché è ingannato, è addestrato a farlo e non è consapevole di ciò che è davanti a Dio e alla vita.
L’opera dell’evangelizzazione è illuminare l’umanità con le parole di Gesù perché, credendo e amando Gesù, possa raggiungere una superiore consapevolezza di se stessa. Se la fede in Dio non aumenta la fede nell’uomo, è tutto inutile. Se la conoscenza di Dio non favorisce la conoscenza dell’uomo e delle sue bellezze e ricchezze, è tutto inutile. Se l’amore per Dio non aumenta nell’umanità l’amore per se stessa e per tutta la vita, è tutto inutile, satanicamente inutile.

Vangelo di Matteo 4,12-17.23-25

In quel tempo, 12 quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13 lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: 15 «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
24 La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25 Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.