Rischio - Perché mi invocate...

Rischio

Perché mi invocate: «Signore, Signore!» e non fate quello che dico? Perché il Maligno ci ha ingannato, Signore, e noi, usando la nostra libertà, ci siamo lasciati ingannare. E l’inganno di Satana ci ha prima di tutto convinti e poi abituati a vivere lontani da te e senza di te, a vivere come se tu non ci fossi, come se tu non fossi presente nella nostra vita. Questo ci ha privati poi di ogni serenità, di ogni possibile evoluzione spirituale e ci ha miseramente prostrati in uno stato mentale ed emozionale che non prevede la pace, la tranquillità, l’armonia, la grazia, la gratitudine, la bellezza, la gentilezza.
L’inganno del Maligno ci ha privati di ogni lucidità mentale e spirituale e ci ha spinti a costruirci la vita, o meglio, come dici tu, una casa, senza fondamenta, superficialmente appoggiata su sistemi educativi, forme politiche e religiose, strutture sociali che ci mantengono in un continuo e profondo stato di inadeguatezza, di sospensione, di allucinante insicurezza. Costruendo la casa della nostra vita senza di te, lontani da te, senza seguire le tue procedure evangeliche, tutto dell’esistenza si è trasformato in un rischio, un terribile, continuo, gigantesco rischio. Le scelte di qualsiasi tipo si sono trasformate in azzardo, i rapporti e le relazioni si sono trasformati in insidie, viaggiare e spostarsi si sono trasformati in pericolo, vivere e crescere si sono trasformati in una mala sorte, credere in Dio, in se stessi, negli altri, nella natura si è trasformato in minaccia.
In ogni realtà che viviamo abbiamo la sensazione che qualcuno o qualcosa possa mettere a repentaglio i nostri fragili equilibri, le poche cose che possediamo, gli obiettivi che abbiamo raggiunto, le mura di cinta che ci difendono.
Troppo spesso invochiamo il tuo nome, Signore, per ipocrisia, per sollazzo spirituale o, più semplicemente, perché abbiamo paura, paura di tutto e di tutti, ci sentiamo soli, sconfitti, inermi. Dentro il vortice della sospensione e del rischio abbiamo dimenticato di pregarti per amore ma, al suono delle tue parole di oggi, desideriamo non farlo più. Da oggi desideriamo invocarti per amore e solo per amore, per averti e sentirti dentro l’anima come Signore e Re della nostra vita e per seguire le tue procedure evangeliche con tutta la forza che abbiamo e che ci doni.

Signore, Signore,
da questo istante desideriamo invocarti
non più per paura,
ma solo per amore e solo per amarti,
solo per lodare il tuo nome Santo e ringraziarti,
solo per avere la forza di fare quello che dici,
e fondare il vero benessere dell’umanità
sulle fondamenta delle procedure del tuo vangelo
per realizzare nella gioia
il tuo Regno di Pace,
per non vivere mai più
nella sospensione, nella paura e nel rischio.
Amen

Vangelo di Luca 6,43-49

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«43 Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44 Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
45 L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
46 Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
47 Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48 è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
49 Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».