Quante volte - Pietro chiede un...

Quante volte

Pietro chiede un numero, un limite, una percentuale riguardo al perdono. Pietro chiede a Gesù se sette è il numero ultimo per misurare il perdono da offrire ai fratelli, per estendere la misericordia. Gesù risponde che sette non è il numero esatto, il numero esatto è settanta volte sette, che è un numero simbolico, un non-numero che significa sempre, oltre l’infinito.
Secondo Gesù il perdono da offrire ai fratelli non si calcola in numero di volte, perché il perdono da offrire si sceglie, è una scelta per tutti e per sempre. Gesù rivela che il perdono non si può offrire ai fratelli secondo circostanza, calcolando la situazione e il frangente. Secondo Gesù il perdono che si offre ai fratelli in modo sporadico o frequente, occasionale, secondo discrezione, quando è frutto di un dilemma, di un ragionamento, di una preferenza, di una selezione, non è perdono. Gesù rivela che il perdono da offrire ai fratelli non è una possibilità, ma è un’indispensabilità assoluta, è una scelta definitiva dello spirito, della psiche e del corpo per non scollegarsi dalla vita e dall’amore. Secondo Gesù il perdono da offrire ai fratelli o si sceglie o non si sceglie, non ci sono altre strade percorribili se si desidera sentire l’amore circolare nelle vene e sciogliere il cuore di pietra. Secondo Gesù chi sceglie di perdonare sempre i fratelli, sceglie di essere perdonato sempre da Dio, chi sceglie di non perdonare sempre i fratelli, sceglie di non essere perdonato sempre da Dio. Secondo Gesù il perdono da offrire è una scelta definitiva, perché la misericordia, la compassione, la comprensione non conoscono circostanze, preferenze, calcoli, dilemmi, distinzioni, alternative. Chi sceglie l’amore, dall’amore viene scelto. Chi sceglie il non-perdono, dalla morte che non muore viene scelto.

Vangelo di Matteo 18,21 - 19,1

In quel tempo 21 Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?»
22
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
23
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 
28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!” 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
31
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
19,1
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.