Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Lunedì 6 Aprile 2020

Della Settimana Santa

Parola del giorno
Isaìa 42,1-7; Salmo 26,1-3.13-14; Vangelo di Giovanni 12,1-11

Salmo 26,1-3.13-14

Il Signore è mia luce e mia salvezza.

1 Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

2 Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.

3 Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.

13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
14 Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Questo salmo può essere cantato utilizzando la melodia di IL SIGNORE È MIA LUCE
 

Vangelo di Giovanni 12,1-11

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. 2 E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. 3 Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5 «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6 Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. 7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. 8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
9
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. 10 I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11 perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

La calma

La sua calma non è umana. Uno dei suoi è già pronto per tradirlo, i dirigenti del popolo hanno già deciso di imprigionarlo e ucciderlo e lui se ne sta disteso a cena e si lascia ungere di olio e lacrime, grazia e profumo. Noi uomini vogliamo compromettere la sua calma con la logica della morale, con i calcoli economici, perfino con la pressione di simulacri di carità e di giustizia, e alte si alzano ovunque le grida, perfino il disprezzo, per la sua calma. Per l’ingovernabile stupidità umana, è mostruosa indifferenza la sua calma, un’imperdonabile connivenza con il male il suo silenzio, minacciosa reticenza il suo lasciar fare, eccentrica sovrana ingiustizia il suo non partecipare, menzognera superiorità la sua grazia pacificante sotto le torture. Vorremmo Gesù compromesso. Compromesso nel turbinio della nostra agitazione, nel frastuono delle nostre grida, delle nostre provocazioni, delle nostre menzogne, dei nostri subdoli interessi, nella ben pensante ipocrisia della nostra sete di giustizia e verità. Vorremmo Gesù urlante la sua maledizione sotto il flagello, che scalcia e insulta finché gli strappano la barba, dilaniato dalla sete di vendetta nell’istante in cui il male vince così spudoratamente e baldanzoso, accecato dal desiderio di scatenare la sua divina onnipotenza nel modo più violento e umiliante contro i suoi nemici, depredato di ogni grazia e bellezza, immerso nell’ira furibonda. Questo era il Gesù che Satana sognava, che i dirigenti del popolo agognavano. Ma Gesù resta calmo, aperto, amante, libero dal trattenere dentro sé qualsiasi cosa che non sia compassione e amore, libero dalla pressione di dover odiare per forza qualcuno o qualcosa. 
Gli tolgono tutto, proprio tutto, ma non la calma e il profumo. La calma del suo cuore e il profumo, il profumo e la fragranza, la fragranza del profumo dell’amore di quel nardo versato per amore da quella parte di umanità amante e a volte lacrimosa, consapevole del proprio limite e dell’incapacità di amare. Umanità amante e povera, ma così ricca da possedere il profumo preziosissimo dell’amore, della tenerezza, dell’umiltà e della gratitudine incondizionata del cuore, da offrire al suo Dio meraviglioso e calmo, festoso e sorridente e seduto ancora, sempre e comunque a cena, in pace, con noi.