Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 24 Luglio 2019

16a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Èsodo 16,1-5.9-15; Salmo 77,18-19.23-28; Vangelo di Matteo 13,1-9

Salmo 77,18-19.23-28

Diede loro frumento dal cielo.
Oppure: Donaci, Signore, il pane del Cielo.

18 Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per la loro gola.
19
Parlarono contro Dio,
dicendo: «Sarà capace Dio
di preparare una tavola nel deserto?»

23 Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
24
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo.

25 L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
26
Scatenò nel cielo il vento orientale,
con la sua forza fece soffiare il vento australe.

27 Su di loro fece piovere carne come polvere
e uccelli come sabbia del mare,
28
li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti,
tutt’intorno alle loro tende.

Vangelo di Matteo 13,1-9

1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2 Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
3
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
5
Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7 Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8 Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9 Chi ha orecchi, ascolti».

Seme

Il seme nel mondo vegetale è l’ovulo maturo delle spermatofite che racchiude il giovane sporofito quiescente, o embrione. Il seme, provvisto o no di un tessuto di riserva, l’endosperma, è protetto dai tegumenti seminali, costituenti il guscio, derivati da quelli dell’ovulo. Il seme è dotato di strutture di sopravvivenza e può avere forma, dimensione e colore diversi, racchiude in sé tutta la pianta, e, quando le condizioni esterne lo consentono, esso si risveglia e inizia a germinare, inizia a eseguire il suo compito. La germinazione richiede non solo condizioni climatiche e temperatura ottimali ma anche acqua e ossigeno. Il seme assorbe acqua, si gonfia fino a che il suo involucro scoppia e, contemporaneamente, l’embrione cresce, alimentandosi dell’endosperma, il tessuto nutritivo del seme; in molti casi, i cotiledoni, le foglie embrionali con funzione di nutrimento, assumono le sostanze dall’endosperma e le trasferiscono all’embrione. Quando queste prime foglie verdi hanno assicurato alla pianta il nutrimento, trasformando l’anidride carbonica dell’aria e l’acqua assorbita dalla radice in zuccheri e ossigeno, grazie alla luce del sole e alla clorofilla, esse avvizziscono. La crescita del fusticino e della radice è assicurata da una particolare zona, l’apice, costituita da cellule che si dividono attivamente durante tutta la vita della pianta, perché conservano sempre le caratteristiche embrionali. La pianta cresce con un apice vegetativo all’estremità superiore del fusto e, contemporaneamente, con un apice radicale all’estremità inferiore della radice. Il fusto e la radice si allungano, quindi, in direzione opposte e si allontanano sempre più. La radice si dirige sempre verso il basso, anche capovolgendo il seme, perché dotata di geotropismo positivo; viceversa il fusto si dirige verso l’alto perché dotato di geotropismo negativo. Il geotropismo è un movimento di parti della pianta in risposta agli stimoli dovuti alla forza di gravità della terra: in direzione dello stimolo esso è positivo, in quella opposta è negativo. Quando dal fusto della piantina escono le prime foglioline verdi, la pianta diventa autotrofa, cioè può nutrirsi da sé grazie alla fotosintesi, il seme esaurisce quindi la sua funzione perché ora la pianta è autonoma. Il seme è dunque un efficientissimo e potentissimo organo di crescita e diffusione.
Gesù usa il seme della terra come parabola per spiegare il seme celeste della sua Parola. Gesù descrive la sua Parola e le procedure e la conoscenza inscritte nel suo messaggio come semi che Dio semina nel campo dell’umanità, perché ogni uomo possa crescere sulla terra secondo il metodo e l’energia del regno di Dio. Il regno di Dio è quel modo certo, quel certo modo di essere, di scegliere, di conoscere, di vivere che assicura all’uomo una vita nella felicità, nel benessere, nella salute, nella pace su questa terra, e, dopo il ponte della morte, la vita senza fine nella luce di Dio. I semi delle procedure e della conoscenza presenti nel vangelo sono un efficientissimo e potentissimo organo di crescita e diffusione sulla terra del regno di Dio, dunque di uomini felici, amanti, sani, intelligenti, pacifici. Come per le piante esiste un geotropismo terreno, il movimento di parti della pianta in risposta agli stimoli dovuti alla forza gravitazionale terrestre – positivo, se nella stessa direzione dello stimolo, negativo, se in quella opposta –, così esiste un geotropismo celeste, più correttamente un uranotropismo del regno di Dio. La forza gravitazionale terrestre attira al centro della terra, verso il basso per così dire. La forza gravitazionale celeste, forza gravitazionale del regno di Dio, attira verso il centro del cielo. I semi di Gesù, i semi del regno di Dio, poiché dotati di uranotropismo negativo, ispirano gli uomini a crescere radicandosi intelligentemente e armoniosamente nella vita terrena, per vivere su questa terra una vita felice, pacifica, sana, nella libertà e nell’unità. I semi di Gesù, i semi del regno di Dio, poiché dotati di uranotropismo positivo, ispirano gli uomini a crescere protendendosi intelligentemente e armoniosamente verso la vita celeste, per vivere su questa terra una vita felice, pacifica, sana, nella libertà e nell’unità, e predisporsi così, in modo consapevole e sereno, alla gioia senza fine nella vita della luce, nelle dimore del regno di Dio. I semi del regno, i semi della conoscenza, i semi delle procedure contenute nel messaggio di Gesù, sono semi perfetti, perché l’uomo possa vivere la parentesi della vita terrena in modo pienamente consapevole, felice, libero, sano, e, al tempo stesso, perché sia elevato inesorabilmente verso la comprensione e la consapevolezza della dimensione della sua meta definitiva, e predisposto così al ritorno alla vita del cielo.
Per quanto il seme sia perfetto, il terreno in cui è seminato e le condizioni climatiche sono determinanti perché il seme possa o meno germogliare, diventare pianta e portare frutto. Per la crescita e lo sviluppo dei semi del regno di Dio, come per i semi della terra, è fondamentale il tipo di terreno su cui essi cadono o vengono seminati.  Anche il seme del regno germoglia e porta frutto nella misura in cui il terreno umano, il cuore dell’uomo che lo accoglie, è un terreno intellettuale e spirituale adatto, disponibile, predisposto, con condizioni psico-emotive, relazionali, sociali favorevoli.
Meravigliosa è l’efficacia dei semi del regno, divinamente perfetti per procurare all’uomo i frutti della felicità e del benessere su questa terra insieme a pace infinita nei cieli. Ma questi semi hanno bisogno di cadere in terreni accoglienti, sensibili, fertili, predisposti, con adatte condizioni climatiche spirituali, intellettuali ed emotive.