Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 27 Marzo 2019

3a settimana di Quaresima

Parola del giorno
Deuteronòmio 4,1.5-9; Salmo 147,12-13.15-16.19-20; Vangelo di Matteo 5,17-19

Salmo 147,12-13.15-16.19-20

Celebra il Signore, Gerusalemme.

12 Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
13
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

15 Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
16
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.

19 Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
20
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Vangelo di Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17 «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18 In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
19
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. 20 Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli».

Compimento

L’uomo che si unisce all’approvazione degli altri si separa da Dio,
perché l’approvazione degli altri è separazione, separa l’uomo dalla propria bellezza
e genera ogni forma di imitazione.

L’uomo che si unisce al riconoscimento degli altri si separa da Dio,
perché il riconoscimento degli altri è separazione, separa l’uomo dalla propria nobiltà
e genera ogni forma di tensione.

L’uomo che si unisce all’invidia si separa da Dio,
perché l’invidia è separazione, separa l’uomo da se stesso
e genera ogni forma di ingratitudine.

L’uomo che si unisce all’ambizione si separa da Dio,
perché l’ambizione è separazione, separa l’uomo dai propri veri desideri
e genera ogni forma di competizione.

L’uomo che si unisce all’avidità si separa da Dio,
perché l’avidità è separazione, separa l’uomo dal vero benessere per tutti
e genera ogni forma di miseria.

L’uomo che si unisce all’ingiustizia si separa da Dio,
perché l’ingiustizia è separazione, separa l’uomo dalla pace
e genera ogni forma di conflitto.

L’uomo che si unisce al potere dei principati umani si separa da Dio,
perché il potere dei principati è separazione, separa l’uomo dalla libertà
e genera ogni forma di schiavitù.

L’uomo che si unisce al denaro si separa da Dio,
perché il denaro è separazione, separa l’uomo dalla propria intelligenza
e genera ogni forma di desostanziamento della propria essenza.

L’uomo che si unisce al possesso si separa da Dio,
perché il possesso è separazione, separa l’uomo dalla vita
e genera ogni forma di ostilità alla vita.

L’uomo che si unisce alla violenza si separa da Dio,
perché la violenza è separazione, separa l’uomo dalla propria dignità
e genera ogni forma di distruzione e morte.

L’uomo che si unisce al dominio umano si separa da Dio,
perché il dominio umano è separazione, separa l’uomo dalla vita eterna in Dio
e genera ogni forma di inferno.