Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Mercoledì 26 Dicembre 2018

Santo Stefano, primo martire

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 6,8-10.12; 7,54-60; Salmo 30,3b-4.6.8ab.16b-17; Vangelo di Matteo 10,17-22

Salmo 30,3b-4.6.8ab.16b-17

Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

3 Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
4 Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

6 Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
8 Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria.

16 Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
17 sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.

Vangelo di Matteo 10,17-22

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
19
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: 20 infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
21
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

La paura

La paura è un’emozione che nasce da un particolare dialogo interiore ma con il tempo, se non si modifica quel dialogo interiore, la paura diventa la mente, diventa un modo di pensare rigido e stratificato, che si carica continuamente di tensione fino a sovralimentare tutto il sistema nervoso e il corpo di energia negativa e tossica. La paura si alimenta esclusivamente di immagini stratificate pregresse, per questo perpetua schemi mentali ripetuti e ripetitivi, completamente distaccati dalla realtà e inutilizzabili per vivere una vita felice, sana e serena. Un dialogo interiore che continuamente parla in termini di confusione, incertezza, negatività, mancanza, insufficienza, giudizio inquisitorio, pregiudizio cristallizzato, calcolo interessato, non potrà che generare l’emozione della paura, paura che può avere il gusto del panico, del terrore, dei sensi di colpa, dell’ansia, dell’indifferenza, del rancore, della rabbia, ma è sempre paura. La mente impaurita rimuove ciò che non conosce, sospende ciò che non capisce, annulla ciò che non porta vantaggio immediato. La mente che vive infettata da pensieri di insoddisfazione, fastidio, giudizio, calcolo si alimenta così tanto di paura che si abitua al gusto elettrochimico che l’emozione della paura produce nel cervello e questa abitudine crea nella persona infetta una tossicodipendenza cerebrale acuta quanto potente. Per verificare lo stato di tossicodipendenza emotiva da paura di una mente è sufficiente che qualcuno o qualcosa le impedisca di assicurarsi la sua dose quotidiana di paura, e subito quella mente scatterà come una molla per agitarsi nel meccanismo del disaccordo incontrollato e perpetuo. Il cervello che usa le proprie capacità cerebrali elettrochimiche per costruire una mente fatta di pensieri di paura sarà sempre un cervello facilmente controllabile, perché assolutamente prevedibile e per questo completamente manipolabile dai sistemi del potere. È mantenendo i popoli nella paura che i sistemi del potere detengono il dominio totale dell’umanità in ogni dimensione del vivere umano. È la paura il vero tribunale dove si pianifica la giustizia dell’umanità, il vero parlamento dove si esercita il governo dei popoli, l’unica palestra dove l’uomo viene allenato all’accettazione e alla sopportazione della tirannia e della schiavitù, la scuola dove viene addestrato a pensare sempre male di Dio, di se stesso, degli altri e della vita, l’ateneo dove viene formato all’avidità, al possesso, per garantire le regole del sistema economico che avvantaggia solo i ricchi e i potenti. La paura è la gigantesca catena che impedisce all’umanità di decollare verso la sua radiosa evoluzione. Per questo il messaggio di gioia di Gesù è tutto proteso a ispirare l’uomo a smettere di aver paura, a smettere di vivere di paura. Il vangelo è tutto tessuto di procedure e metodi per imparare a smettere di avere paura e per non vivere più di paura. Anche quando Gesù parla ai suoi amici dei pericoli che potranno minacciare i discepoli del vangelo, li invita a essere prudenti, ma non ad avere paura, li invita a diffidare degli uomini del potere politico e religioso, ma non a temerli, dice infatti: Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Gesù invita i suoi amici a non fare mai, mai pensieri di paura nemmeno quando dovranno subire la violenza dei violenti, l’arroganza degli ignoranti, la pazzia dei prepotenti, ma a fidarsi completamente della potenza e della fantasia dello Spirito Paraclito, il Consolatore Difensore.
Non sarà la paura a guidare l’umanità verso la sua magnifica e pacifica evoluzione, ma sarà l’amore, l’amore di Dio che diventerà la vera intelligenza e spiritualità dell’umanità.