Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 11 Dicembre 2018

2a settimana di Avvento

Parola del giorno
Isaìa 40,1-11; Salmo 95,1-3.10a.10c-13; Matteo 18,12-14

Salmo 95,1-3.10.10-13

Ecco, il nostro Dio viene con potenza.

1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2
Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
10
Dite tra le genti: «Il Signore regna!»
Egli giudica i popoli con rettitudine.

11 Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
12
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Esultino 13 davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Vangelo di Matteo 18,12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 12 «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
13
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
14
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Desiderio di Dio

Al di là di tutto quello che l’uomo ha detto all’uomo nei secoli e nei millenni, affinché credesse in Dio, e oltre tutto quello che l’uomo ha detto all’uomo, affinché non credesse in Dio, questo è ciò che Gesù il Figlio ci rivela sul volere del Padre nostro che è nei cieli: che neanche uno di questi piccoli si perda. Cosa significa? Significa che nella volontà di Dio c’è il desiderio che nessuno dei suoi figli si perda e che Dio Padre farà di tutto perché questo non accada. Significa che, quando l’uomo si separa da se stesso, dal proprio sacro sentire, dai propri sogni interiori profondi e ispirati da Dio, e rinnega se stesso, il vero sé divino, per costruirsi un ego a immagine e somiglianza delle aspettative altrui, non è mai volontà di Dio Padre. Significa che, quando l’uomo si separa dai suoi simili, ed è invidioso, geloso, avido, possessivo, entra in conflitto, in opposizione e in guerra con gli altri, non è mai volontà di Dio Padre. Significa che, quando l’uomo si separa dalla natura e dal creato per abusare delle risorse della vita secondo i propri interessi, e distrugge l’armonia vitale del pianeta, non è mai volontà di Dio Padre. Significa che, quando l’uomo si smarrisce e perde la via della giustizia, della pace, della conoscenza, della sapienza e vive nella miseria, nella schiavitù, nella fame, nell’indigenza, nella ristrettezza, nella penuria, nella tristezza, nel dolore, nella malattia, non è mai volontà di Dio Padre. Significa che, quando l’uomo si separa dalle leggi di Amore del regno del Re dei re, e si sottomette alle leggi e alle convenzioni dei re umani, rinunciando a libertà, dignità, nobiltà, benessere, non è mai volontà di Dio. Significa che, se le novantanove pecore che non scappano dall’ovile e non si smarriscono, nemmeno si accorgono di quella che è scappata o si è smarrita e, anche se si accorgono, non muovono uno zoccolo per cercarla, e rimangono petulanti e giudicanti a belare al sicuro nell’ovile, non è volontà di Dio Padre. Significa che è Satana e non Dio Padre a indurre in tentazione i figli di Dio, perché abbandonino il gregge di Dio e si uniscano al gregge della morte e dell’oscurità. Significa che, attimo per attimo, secondo per secondo, Dio Padre sta operando in modo straordinario e con amore infinito perché nessuno dei suoi figli vada perduto, anche se di questa delicatissima cura, di questa totalmente amante attenzione e sollecitudine infinita l’uomo è quasi completamente inconsapevole. Significa che il desiderio dell’uomo di scappare dall’unità divina, pensando male di Dio e del suo amore, dubitando della sua presenza amorosa, e diventando un uomo triste e infelice, non è mai volontà di Dio Padre. Significa che il peggior pensiero nei confronti di Dio è ritenere che Dio si possa stancare di cercare i suoi amati. Significa che il pensiero più osceno e malvagio che mente umana riesca a generare è la convinzione che possa esserci un motivo, in cielo o in terra, per cui Dio Padre potrebbe rinunciare alla ricerca dei suoi figli che si sono, volontariamente o meno, smarriti. Dio Padre non rinuncia mai, mai, ma non può raccogliere i suoi figli dalle fosse in cui sono caduti, se i suoi figli non lo desiderano almeno un po’. Significa che il cuore di Dio Padre gioisce di gioia indicibile quando anche uno solo dei suoi figli diventa consapevole di essersi allontanato dall’unità della vita divina, di aver smarrito la via della felicità, della pace e, chiedendo perdono all’Amore, desidera tornare tra le braccia della Vita, perché un uomo che è consapevole di essersi smarrito è pronto per essere cercato e trovato.