Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Martedì 13 Novembre 2018

32a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno
Lettera a Tito 2,1-8.11-14; Salmo 36,3-4.18.23.27.29; Vangelo di Luca 17,7-10

Salmo 36,3-4.18.23.27.29

La salvezza dei giusti viene dal Signore.

3 Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
4
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

18 Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
23
Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.

27 Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
29
I giusti avranno in eredità la terra
e vi abiteranno per sempre.

Vangelo di Luca 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse: «7 Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8 Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9 Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
10
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Essere

Se fai ciò che non senti, non senti quello che fai.
Se non ami profondamente ciò che sei e chi sei ora, in questo momento,
amerai quello che gli altri si aspettano che tu sia,
e dovrai elemosinare la loro approvazione e il loro consenso per tutta la vita.
Se non rispetti con divina cura l’essenza che sei,
temerai l’immagine che gli altri hanno di te e vivrai per la reputazione.
Qualsiasi cosa compi, sono solo e unicamente la felicità e la gioiosità
con cui la compi che le danno senso, significato, direzione.
Qualsiasi compito vissuto senza gioia, fosse anche il compito più importante, sacro, indispensabile del mondo e della vita, è senza senso, significato, direzione
e non muove nessuna energia di vita e di amore.
Lasciare che siano i desideri, le aspettative, le previsioni della famiglia, della società,
dei sistemi religiosi, politici a guidarti, a sostenerti, a trasportarti, a performarti,
a plasmarti, è rinnegare il disegno divino su di te, la tua essenza spirituale, è destinarti ad accettare che tutti gli altri, per tutta la vita, saranno sempre e unicamente i tuoi severi e instancabili contatori sorveglianti.
Quando si cerca la gioia nella ricompensa e nella riconoscenza per ciò che si è fatto,
significa che ciò che si è fatto non nasce dal vero sé e nemmeno dalla gioia,
e non c’era gioia in quello che si è fatto.
Chi cerca la soddisfazione degli altri per ciò che è e fa
non è contento e sicuro di ciò che è e fa.
Chi cerca approvazione non ama se stesso e cerca autorizzazione.
Chi cerca apprezzamento si sente inutile, ha bisogno di essere omologato.
Chi cerca consenso non crede in se stesso e cerca il permesso di esistere.
Chi cerca applauso non ha fiducia in se stesso ed è incerto.
Chi cerca acclamazione ha paura dei propri desideri ed è insicuro. 
Chi cerca riconoscimento non apprezza se stesso e si sente escluso. 
Chi cerca elogio diffida di se stesso e si sente una nullità.
Chi cerca benestare sospetta di se stesso e cerca costantemente un’assegnazione. 
Chi cerca trionfo, seguito, appoggio si sente terribilmente solo e inutile.
Chi cerca la gioia fuori di sé vivrà l’insuccesso come un divieto, l’incomprensione come una mancata licenza, le difficoltà come una maledizione, un rimprovero come una persecuzione. Colui che cerca la gioia e la felicità fuori di sé sarà sempre in conflitto con tutto e con tutti, perché è in conflitto con il radioso, divino, stupefacente, meraviglioso essere che è uscito dalle mani di Dio, in cui Dio Amore ha scritto il suo nome.
La vita non ci è stata donata per conoscere gioia e gratitudine dal di fuori del nostro essere divino per quello che facciamo e compiamo, ma per generare gioia e gratitudine in quello che facciamo e compiamo, sempre e ovunque, dal cuore, dal centro propulsore del nostro essere divino. La gioia non cerca approvazione, apprezzamento, consenso applauso, acclamazione, riconoscimento, elogio, benestare, trionfo, seguito, appoggio, gratitudine, riconoscenza, accettazione, nomine, autorizzazioni, permessi, omologazione. La gioia è felice e basta.