Nel versetto 21 il verbo perdonare traduce il greco aphiemi, “rilascio, metto in libertà, rimando libero, condono, congedo, rimetto”.
Perdonare è lasciar andare, mettere in libertà, condonare, sollevare dal peso della colpa e del danno. Perdonare non è azione della mente, non è un atto della volontà, è una scelta definitiva dell’anima di seguire la via dell’amore, costi quel che costi.
Perdonare è una scelta definitiva di non fermarsi sul male ricevuto e nemmeno sul male arrecato. Perdonare è lasciar andare per amore, non per rabbia. Lasciar andare permette di rialzarsi e camminare. Fermarsi sul male porta comunque con sé male e paralizza la mente, l’anima, il corpo.
Gesù perdona perché è il solo che può farlo. Perdonare non è un’azione umana, nemmeno dello spirito umano più elevato. Nessun uomo chiuso in sé, con le sole forze umane, può pronunciare perdono e ricevere misericordia. La Parola di Gesù che concede perdono è una Parola onnipotente che comanda l’abolizione dell’errore e del peccato commessi. Anche il cuore umano che perdona per dono di Spirito Paraclito è frutto della stessa onnipotenza divina che comanda e ordina l’abolizione dell’errore e del male ricevuto. Ugualmente il pianto del cuore contrito, che chiede umilmente perdono a Dio nello Spirito Paraclito, è un’azione che deriva dalla forza onnipotente di Dio.
È Dio, è Gesù che per primo nella sua misericordia, perdonando sempre ai suoi figli, stabilisce l’assoluta potenza e onnipotenza del perdono offerto e chiesto.
Questo è il vero prodigio. Le cose prodigiose che Gesù compie strappano alla gente tremore e lode a Dio, ma il vero prodigio è il perdono divino che, suscitato dalla fede umile e potente dell’uomo, guarisce e rigenera tutto l’uomo.