Lunedì 25 Giugno 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Secondo libro dei Re 17,5-8.13-15a.18; Salmo 59,3-5.13-14; Vangelo di Matteo 7,1-5

Vangelo di Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 1 «Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
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Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 4 O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? 5 Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Setaccio

Giudicare è sempre prendere la mira per colpire. Giudicare è sempre un atto di opposizione, di resistenza violenta, sinonimo di profonda ignoranza intellettuale e miseria spirituale. Non esiste giudizio positivo o negativo, il giudizio è sempre un prodotto velenoso, mortale e illusorio dell’ego, un’azione letale, una forma di avversione contro la propria vita e la vita altrui e di rivolta contro Dio. Ogni volta che la mente giudica si mette contro Dio, in sfida con Dio. Ogni volta che la mente giudica, nello spirito e nel cuore si spegne un altro po’ la fiamma dell’amore. Non c’è giudizio a ragione e a torto, perché giudicare è sempre un atto di separazione, sempre, immancabilmente. Chi giudica si separa sempre da sé e si sentirà sempre più separato e inutile, perdente e vincolato, e non desidererà altro nel proprio cuore che separare e dividere. Non c’è amore al mondo così forte e tenero che non possa essere dissolto e avvelenato dal giudizio e dal giudicare reciproci. Gesù aggiunge: Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Gesù ci ricorda che ogni atto di giudizio prevede l’utilizzo di un setaccio, e ogni setaccio si distingue da un altro per la particolare misura delle sue maglie. Gesù afferma che il vero atto di stupidità e presunzione umana non sta solo nell’atto di giudicare, ma nell’illusione di poter utilizzare un proprio setaccio mentale per giudicare i propri simili. Ma la vera follia è che l’uomo pensa addirittura di avere il potere di stabilire la grandezza delle maglie del setaccio, cioè di stabilire il metro e la misura del giudizio. Questa è la vera follia. L’uomo che giudica dimostra un’insana e pericolosa propensione alla follia e, se non si ravvedrà, conoscerà nel tempo anche la pazzia e la demenza.
Chi giudica sarà giudicato, e la veemenza, la durezza, la misura delle maglie del nostro giudicare saranno usate per noi in cambio. Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi, e non capiterà quando ti senti forte, ma quando sarai debole e solo.
Non giudicare, astenersi nel modo più assoluto dal giudicare è prima di tutto un atto di intelligente, sottile, prudente furbizia prima che un atto di amore e profonda sapienza.

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