Domenica 10 Giugno 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Gènesi 3,9-15; Salmo 129,1-8; Seconda lettera ai Corìnzi 4,13 - 5,1; Vangelo di Marco 3,20-35

Vangelo di Marco 3,20-35

In quel tempo, Gesù 20 entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
22
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
23
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26 Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
28
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
31
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32 Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33 Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
34
Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35 Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Decidersi, non decidere

I suoi, parenti e conoscenti, vanno a prendere Gesù in mezzo alla folla, sono convinti che ormai sia fuori di testa, sia impazzito, e in qualche modo lo vogliono difendere da se stesso, dalla sua follia.
Vanno a prenderlo tra la gente, sono apprensivi e preoccupati, angosciati per lui e per loro, per la figuraccia di avere in famiglia uno così alternativo, strano, poco familiare in tutti i sensi. Al vertice del loro amore parentale per Gesù, i suoi familiari giungono a una conclusione esaltante e quanto mai rispettosa: è pazzo.
Anche gli scribi, che non erano i suoi, anche loro sono preoccupati per Gesù. Nella loro sapienza e chiarezza di visione introspettiva e universale, hanno capito che Gesù ha senz’altro un demonio, è guidato dal re dei demoni-Beelzebùl, e compie miracoli e scaccia demoni proprio con il potere del diavolo. Hanno fatto una sintesi acuta di tutta la loro teologia, della loro morale, hanno raccolto le istanze più profonde dell’Antico Testamento e della loro storia, e davanti a Gesù sono giunti alla lucida conclusione che è guidato da un demonio.
I parenti di Gesù dicono che è pazzo, i farisei che è un demonio. Gesù a questo punto chiarisce una cosa molto importante.
Amen vi dico, tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chiunque bestemmi contro lo Spirito Santo non ha perdono in eterno, ma è reo di peccato eterno.
Gesù rivela che c’è una differenza enorme, abissale, tra i peccati e il peccato. Tutti i peccati saranno perdonati, ma il peccato non sarà perdonato. Il peccato, la bestemmia contro lo Spirito Consolatore, non avrà perdono.
Facciamo un esempio.
Per sete sfrenata di potere e ricchezze, un popolo perverso potrebbe anche autodeterminarsi all’uso della schiavitù contro i suoi simili, un popolo può decidere di essere anche ingiusto e violento pur sapendo chiaramente che si sta muovendo decisamente contro Dio e contro l’uomo. Un giorno questo peccato orribile potrà persino essere perdonato, se verrà umilmente riconosciuto e ne verrà implorato il perdono divino.
Ma se una dirigenza politica, per mettere in schiavitù, asservire, soggiogare un uomo o un popolo, per sfondare e lacerare più agevolmente ogni più piccolo diritto umano, decide e stabilisce arbitrariamente per legge che il popolo che va asservito non possiede l’anima, non è figlio di Dio, non è un essere in tutto e per tutto uguale agli altri esseri umani, e trasforma la schiavitù in una normale attività commerciale e di sfruttamento di risorse umane, questo è peccato contro lo Spirito Santo e non avrà perdono in eterno. È la bestemmia contro l’evidenza della vita stessa e dell’amore di Dio. Questo peccato contro l’evidenza non sarà perdonato. È terribile, ma è così.
Un altro esempio.
Uccidere è mortale in ogni senso, ed è peccato. Uccidere un uomo è omicidio. Uccidere in campo di battaglia è omicidio, uccidere in tempo di pace è omicidio, sulla sedia elettrica o per legittima difesa è omicidio. È contro Dio e contro l’uomo. Uccidere un bambino appena nato è omicidio, ucciderlo prima che nasca è omicidio, ma chi implorerà con tutto se stesso perdono, sarà perdonato anche per l’uccisione dei propri simili o dei propri figli, Parola di Gesù.
Chi invece stabilisce per legge che un bambino non è un uomo fino a tre mesi dal concepimento, non ne ha i diritti e la dignità, e che sopprimere questo piccolo non è omicidio, questo è bestemmia contro lo Spirito Santo, contro la vita, contro l’amore, contro l’evidenza solare, assoluta, incontrovertibile che la vita è vita, e non dipende certo da un limite cronologico che può stabilire un partito, uno scienziato, un popolo. Un popolo è sovrano di decidere la legge e l’ordinamento da cui vuole essere regolato. Per paradosso avrà maggior possibilità di essere perdonata da Dio una nazione impazzita nel male che legifera la non punibilità dell’omicidio di un bimbo prima del parto, riconoscendo comunque che è un uomo come tutti, ma molto indesiderato, che una nazione civilizzata nel male che per decisione arbitraria stabilisce che un bimbo fino ai novanta giorni dopo il concepimento non è nemmeno uomo, e perciò sopprimerlo non è omicidio.
Colui che davanti alla persona di Gesù ne riconosce la meravigliosa armonia e semplicità divina, colui che riconosce la potenza salvifica della sua Parola, la mitezza del suo cuore, ma per motivi suoi non se la sente di accettare Gesù, di amarlo e seguirlo, sarà perdonato.
Ma colui che davanti all’evidenza di tutta la bellezza e la profondità dell’amore divino di Gesù, lo accusa di essere pazzo e di essere il demonio, di essere la sorgente stessa del male, e tutto questo per trasformare il proprio rifiuto in un’ovvia logica necessità nei confronti della verità, non avrà perdono in eterno.

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