Violenza legale - Il culto della...

Violenza legale

Il culto della legge rende idolatri, l’idolatria rende ciechi, la cecità rende stupidi, la stupidità rende violenti. Il culto della legge rende violenta la legge e la violenza della legge non ha altro scopo che rendere legale la violenza. La cecità assoluta, assurda e immorale della legge nei confronti dell’uomo e della vita non è mai un caso, è una scelta, una scelta operata con precisione e determinazione perché pochi possano assicurarsi le risorse della terra a scapito di tutti gli altri. Ecco perché i potenti, sia religiosi che politici, devono tenere consiglio, devono mettersi continuamente d’accordo secondo la variazione dei loro interessi. Ecco perché sono sempre i potenti che tengono consiglio, che si riuniscono nei palazzi dei re e dei governi. Quando, per caso, sono i poveri a tenere consiglio, essi sono già etichettati come terroristi, facinorosi ribelli, disobbedienti pericolosi. Ecco perché sono sempre i potenti che fanno le leggi, sono sempre i vincitori che scrivono la storia, i ricchi che determinano il mercato, le gerarchie che guidano dall’alto. Nella nostra civiltà le decisioni vengono prese nei consigli dei potenti, ed è ovvio e scontato  che sono decisioni che non possono, per loro natura intrinseca, che favorire gli interessi dei potenti. Ecco perché nella nostra civiltà la prima parola è quella dei parlamenti e l’ultima parola è sempre dei manganelli e degli eserciti.  
Gesù non ha interessi personali da salvare, ha solo un interesse supremo, una volontà suprema: salvare l’uomo, salvare tutto l’uomo, salvare tutti gli uomini. Gesù non si scontra con chi non crede in Dio: i nemici di Gesù sono infatti coloro che credono in Dio o almeno sono convinti di crederci. I nemici del desiderio di Gesù di salvare tutto l’uomo e tutti gli uomini sono uomini di religione, che, di consiglio in consiglio, hanno trasformato la fede e il rapporto amoroso con Dio in glaciale religiosità, oscure dottrine, rigidi precetti, leggi disumane. Il freddo e assurdo legalismo della legge che schiavizza l’uomo è dunque una scelta precisa degli organismi e degli uomini di potere per garantirsi senza difetto le loro ambizioni, i loro sudici interessi, la loro gola insanabile di potere, successo, denaro. È in questo modo che, nel tempo, chi serve la legge diventa per forza figlio dell’idolatria e della stupidità. È a furia di servire i propri interessi che si diventa stupidi e necessariamente violenti. Il sistema delle leggi nell’organizzazione sociale è costruito per garantire il potere, gli interessi, i vantaggi dei potenti della terra ed è difeso dagli eserciti e dai tribunali. Il sistema delle leggi nell’organizzazione religiosa è costruito per garantire il controllo e la sottomissione dei popoli, e per questo deve assicurarsi l’ignoranza mentale e spirituale delle genti: esso si mantiene con la paura di Dio, il terrore dell’inferno, l’inquisizione.
Anche al tempo di Gesù il processo era lo stesso. La setta religiosa dei farisei si è unita alla parte politica e armata del tempo, gli erodiani, per tenere consiglio allo scopo di eliminare e uccidere Gesù. La legge necessita del braccio della violenza, la violenza necessita del braccio della legge. In questo sta la violenza della legge, perché essa è il sistema che rende legale la violenza e la guerra. Per questo motivo, attraverso gli occhi della legge, non è possibile vedere e comprendere la vita come il dono celeste, la divina occasione, l’opportunità straordinaria di essere felici, ma è possibile concepirla solo come una condanna che lascia all’uomo, come unica possibilità, il soddisfare istericamente le aspettative degli altri, i propri vantaggi e interessi personali, nell’ansiosa competitiva compilazione di doveri secondo le pretese di morali e convenzioni.
Attraverso lo sguardo della legge nella vita esiste solo lecito e illecito, regolare e irregolare, conforme e non conforme e il tutto senza nessun collegamento reale con l’amore, la compassione, il perdono, la felicità dell’uomo e l’armonia della vita stessa. Attraverso lo sguardo della legge gli uomini non sono persone, figli di Dio, esseri liberi, amati e capaci di amare, ma schiavi esecutori asserviti al sistema, se totalmente obbedienti e sottomessi, oppure ribelli pericolosi sovversivi, se disobbedienti e non allineati al sistema. Attraverso lo sguardo della legge Gesù non è il tenerissimo Salvatore ma è un nemico sovversivo, inedito, incontrollabile. La legge, al massimo delle sue potenzialità di comprensione, riesce a decifrare il Salvatore come qualcuno da distruggere, il Guaritore come qualcuno di pericoloso, il Signore della vita come colui che deve essere ucciso.
Nulla come lo sguardo della legge rende idolatri, ciechi, stupidi, violenti.

Vangelo di Marco 3,1-6

In quel tempo, Gesù 1 entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2 e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
3 Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!» 4 Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?» Ma essi tacevano. 5 E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!» Egli la tese e la sua mano fu guarita.
6 E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.