Venite e vedrete, il venite è espresso con il verbo greco èrchomai.
Èrchomai, “vengo, vado”, indica il muoversi in fretta, con determinazione, l’affrettarsi per via. Il verbo èrchomai non indica semplicemente il giungere, l’arrivare, specifica il penetrare, il mettere piede lì dove si è giunti. L’etimologia indica il movimento veloce, impetuoso, è lo scoccare di una freccia, è il versare l’acqua, il riversarsi di una cascata, la velocità di un lancio.
Il venite e vedrete di Gesù, che è una risposta alla domanda dei discepoli di Giovanni Immergitore: Maestro dove dimori?, in verità non è una risposta è una rivelazione. Venite e vedrete non indica un posto, un luogo, un indirizzo, ma un modo di essere, di diventare, di essere indirizzati. È come dire: riversatevi interamente in me con l’impeto di una cascata e io mi riverserò completamente in voi, allora vedrete, vedrete nella consapevolezza, al di là della nube della non conoscenza, e vi si aprirà l’intelligenza e conoscerete la via della Vita. Venite e vedrete non indica una casa, ma un modo di abitare la casa-terra e la dimora-vita. Venite e vedrete non indica un posto, ma lo spazio divino, intimo e riservato dove incontrare Gesù, dove incontrare il cuore e il respiro di Dio. Venite e vedrete non è un invito, ma è la rivelazione altissima e mai prima udita, è la rivelazione del compimento della storia della liberazione, è la rivelazione dell’accaduta incarnazione. Venite e vedrete non rivela dov’è la casa di Gesù, ma che Gesù ha posto la sua casa e la sua dimora tra noi, non rivela il luogo dove possiamo andare a trovarlo, ma che lui è venuto a trovare noi. Questo è il senso dell’accenno, da parte dell’evangelista, all’orario di quel momento: erano circa le quattro del pomeriggio, con chiaro ed esplicito riferimento al numero che rappresenta ciò che è della terra e appartiene alla vita in questa dimensione umana, il quattro appunto, sottolineando come questa dimensione terrestre, questa storia umana non può né deve attendere altri per la propria liberazione e salvezza. Il numero quattro è qui usato per annunciare che in Gesù la rivelazione di ogni cosa si compie e si completa. La decisione dell’uomo, se essere per Gesù o contro Gesù, deciderà la sorte dell’umanità sulla terra prima ancora che in cielo. Gesù rivela se stesso come colui nel quale l’umanità può incontrare Dio e rimanere abbracciata stretta stretta al suo Eterno amante Creatore. Venite e vedrete afferma che tutto è uscito dalle mani di Gesù e tutto vi farà ritorno e che non riusciremo a vedere, a comprendere nulla della vita meravigliosa che ci è stata donata sino a quando non sapremo andare a lui, riversarci in lui come piena cascata, perché lui si riversi in noi e ci riempia di sé e della sua luce, nella pienezza della conoscenza. Venite e vedrete afferma anche che nessuno, assolutamente nessuno può andare a lui e iniziare a vedere al nostro posto, perché il modo, l’intensità, la passione, la delicatezza, la grazia, l’impeto, la decisione, la cura con cui ognuno di noi andrà a lui e in lui si riverserà e lui si riverserà in ciascuno sono assolutamente unici e irripetibili, così come unico e irripetibile sarà il modo in cui ciascuno inizierà a vedere la luce della vita nella pienezza e nella consapevolezza.