Lasciare - È assolutamente...

Lasciare

È assolutamente vero che la vita non ti apre una porta finché non ne hai chiusa un’altra, ma è anche assolutamente vero che non si chiude mai una porta se, almeno per fede, non desideri che se ne apra una di migliore. Non ci si può disinnamorare di una realtà senza aver iniziato a innamorarsi di un’altra. Non si possono lasciare le cose del mondo per dovere o per paura del giudizio divino, ma solo se le cose del Regno dell’Amore di Dio ci piacciono di più, ci rendono più felici, pieni di vita e ci fanno innamorare. Non si può lasciare l’ambizione, se non si inizia a innamorarsi della profonda pace che donano la gratuità e l’abbandono in Dio. Non si possono lasciare cordoni ombelicali e retaggi familiari, se non ci si innamora del vero e unico Padre e Madre della nostra vita che è Dio. Non si possono lasciare il legame e la pressione determinati dalle aspettative altrui, se pian piano non si coltiva l’adorazione e l’obbedienza amorosa per le aspettative di Dio su di noi. Il cuore dell’uomo non può lasciare l’adorazione del successo, dell’immagine, del denaro, se umilmente non si innamora della magnificenza della natura, della sapienza della Parola di Dio, della pace intima nell’adorazione silenziosa e amante del suo nome.
Il cuore può lasciare un tesoro solo quando ne trova un altro più ricco e prezioso (Matteo 13,44-46). Non si può lasciare qualcosa, se non si è già trovato qualcosa di migliore e di più bello. Da qui il compito degli uomini che parlano in nome di Dio: ispirare, ispirare, ispirare l’umanità. Ispirare l’umanità a forme di amore superiore, a forme di convivenza e condivisone sconosciute, a cammini di conoscenza e progresso sociale inediti. Non guidare, consolidare, mantenere è il primo compito dei discepoli di Gesù, ma ispirare, ispirare i popoli alle novità dello Spirito, secondo le parole del vangelo, con la potenza del Santo Paraclito.
Fino a che un popolo crede, per partito preso, che ciò che è tradizionale e antico è buono e santo, e ciò che è nuovo e inedito è nemico e pericoloso, quel popolo non è ispirato né guidato dallo Spirito ma da qualcun altro.
Ispirare è il compito, perché non si può lasciare senza prima aver trovato qualcosa di più prezioso e grande. Ma se è vero che non si può lasciare, senza prima aver trovato, è anche vero che quando si lascia qualcosa è assolutamente certo che si trova sempre qualcosa, qualcosa di più grande e prezioso.
Non si può lasciare senza aver trovato e non si può trovare senza aver lasciato. È il gioco della vita: il gioco del seme che muore, della pelle di serpente che muta, del bruco e della farfalla, della notte e del giorno, del mantice del respiro che ci tiene in vita. Così chiunque ha lasciato le cose e le relazioni di questa terra, perché innamorato del tesoro del regno di Dio e del compito di ispirare l’umanità, troverà e riceverà cento volte tanto, dice il vangelo, perché l’amore per ciò che è dello Spirito è per sempre.

Vangelo di Matteo 19,27-29

In quel tempo, 27 Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?»
28
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. 29 Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».