La tortura - È la vera...

La tortura

È la vera malattia dell’anima, è la vera tortura della mente, è la causa del più importante perpetuo assorbimento di energia della persona umana. La paura, la posizione mentale della paura è la vera tortura dell’essere umano, che assorbe tutta l’energia nell’uomo ed è il cibo prediletto dei demoni, perché spezza il legame con Dio. Sì, la paura generata dall’uomo è il cibo dei demoni. Paura per ciò che potrà accadere, per ciò che non potrà più accadere, per ciò che è stato portato via, per ciò che avrebbe potuto essere. La paura non ha occhi sul presente, e i discepoli sconvolti gridano contro Gesù presente, come contro a un fantasma. La paura non si genera nel presente, perché il presente è il punto in cui il tempo terreno condivide l’eternità, il presente è l’unico tempo che esiste, è il tempo di Dio. La paura si genera esclusivamente nella mente quando declina dialoghi interiori al passato e al futuro, ecco perché la mente non ha percezione del presente e, nell’esemplificazione del vento forte del vangelo, vede solo la paura di ciò che potrà accadere e fa affondare Pietro. La paura tortura la mente con montagne di dubbi e di domande e crea lo stato di sospensione perenne. La paura è la tortura per eccellenza e si genera nella separazione dal presente e dalla realtà. La paura si accende nella mente umana l’istante in cui la mente e il cuore non sono occupati in Lui, per Lui, con Lui. La paura in sé non è un’emozione, così come la fede non è un sentimento; si tratta piuttosto di orientamenti spirituali, di potentissime e profondissime scelte interiori. Dalla paura poi scendono a cascata le emozioni come la rabbia, l’ira furibonda, il rancore, l’indifferenza. Dalla fede nascono le posizioni cardiache della gratitudine, del perdono, la forza della condivisione, della gratuità, dell’unità. La fede elimina la paura, la paura attenta alla fede.
C’è un modo per vincere la paura, per guarire l’anima dalla paura, spegnere lo stato di sospensione? Appena saliti sulla barca, il vento cessò, questo è il modo. Far salire Gesù sulla barca della propria vita, tenere il timone della barca dei nostri pensieri sempre e immancabilmente in lui, senza dubbi e domande, occupare in questo modo la mente senza sosta, ripetendosi ogni istante, in qualsiasi tipo d’istante: per Cristo, con Cristo, in Cristo, con un dolce sorriso sulle labbra e nel cuore, a gloria del suo Nome, questo vince la paura, ogni paura, tutta la paura.

Vangelo di Matteo 14,22-33

Dopo che la folla ebbe mangiato, 22 subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23 Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
24
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25 Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26 Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!»
28
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29 Ed egli disse: «Vieni!» Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30 Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» 31 E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»
32
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33 Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!»