I catenacci - Per chi vuole...

I catenacci

Per chi vuole fare una lunga camminata in montagna, ma non conosce per nulla il territorio e non possiede nemmeno un grande senso dell’orientamento, è indispensabile affidarsi ai sentieri segnati in una cartina topografica, ed è necessario fare molta attenzione a seguire pedissequamente i segni del sentiero e le tabelle segnaletiche lungo la via. Camminare in montagna senza conoscere il territorio implica dunque il camminare in uno stato di tensione e attenzione continue, e perfino la gestione del tempo deve essere calcolata e curata con molta oculatezza per non trovarsi, per esempio, con l’oscurità ancora in mezzo al bosco o troppo lontani dalla meta. Se poi, camminando in montagna senza conoscere il territorio, ci si dovesse perdere, tutto diventerebbe un problema e perfino un rischio; ogni incrocio, ogni sentiero a destra o a sinistra, che sale o che scende, non sarebbe più parte di una libera scelta serena, ma diventerebbe scelta casuale, un punto di domanda, tensione, paura, pericolo. Se invece chi cammina in montagna conosce bene il territorio, costui può procedere seguendo le proprie conoscenze sui sentieri senza seguire le linee tratteggiate di una cartina e godersi la camminata e il panorama; è libero quindi di gestire il proprio tempo, sa come muoversi e, in caso di imprevisto, sa cosa scegliere e dove andare con sufficiente tranquillità e in sicurezza. Conoscere rende liberi, liberi di scegliere. Senza la conoscenza, senza conoscere, non si può scegliere, se non si può scegliere non si è liberi, chi non è libero dentro non può conoscere l’amore, e chi non può amare non può essere felice. La conoscenza è la chiave della felicità. Gesù è venuto a visitare la terra per rivelare all’umanità le conoscenze indispensabili affinché l’uomo possa vivere una vita piena e felice, sana e armoniosa. Gesù è venuto ad abitare per un po’ su questa terra, tra i suoi figli, per ispirare il loro cuore, la loro intelligenza e il loro spirito al cambiamento, alla metànoia, è venuto per ispirarli ad abbandonare le vecchie conoscenze e sicurezze, frutto delle convenzioni e delle convinzioni umane, per abbracciare le sue conoscenze divine, per essere veramente liberi di scegliere e di essere felici. Il più grande tradimento verso Gesù non è stato perpetrato da Giuda, né dai nemici di Gesù, ma dagli uomini e dalle donne che hanno avuto da Gesù stesso il mandato di far conoscere a tutti il suo messaggio. Gesù dice di costoro: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Sono coloro che hanno trasformato Gesù e il suo messaggio in una religione, in un sistema devozionale, in un’istituzione gerarchica dedita al potere e assetata di dominio; costoro di fatto hanno impedito all’umanità di accedere alla ricchezza delle procedure evangeliche. Anzi, come dice Gesù, sono coloro che non solo non hanno fatto nulla per entrare nella meravigliosa conoscenza delle procedure evangeliche ma hanno anche impedito l’accesso a chiunque avesse avuto il desiderio di farlo. In che modo queste guide cieche e stolte hanno impedito all’umanità di entrare nella conoscenza di Gesù e nelle procedure del suo vangelo? Hanno lavorato alacremente e senza sosta perché tra l’intelligenza della gente e la conoscenza di Gesù e del vangelo ci fosse sempre, sempre di mezzo un portale invalicabile, una porta gigantesca, perfettamente sprangata da due catenacci. Nessuna forma di conoscenza, di evoluzione, di crescita spirituale, di sapienza e di sapere può essere trasferita attraverso una qualsiasi forma evidente o velata, consapevole o inconsapevole, di imposizione e obbligo. Tutto quello che l’uomo impara, scopre e viene a conoscere sotto la spinta del dovere, dell’obbligo, della coercizione, della costrizione, della paura e del giudizio si dissolve dal suo cuore e dalla sua mente, diventa perfettamente inutilizzabile e scava una voragine abissale di pregiudizio proprio nei riguardi di quelle conoscenze e di quel sapere imposti. Se c’è un modo perfetto ed efficacissimo per allontanare Gesù e il suo vangelo dal cuore e dall’intelligenza della gente è proprio quello di imporli, in un modo o nell’altro, all’intelligenza della gente. Satana, che conosce perfettamente questi meccanismi, ama follemente e agevola in ogni modo ogni forma di proselitismo e tutte quelle forme di evangelizzazione, indottrinamento, apprendimento, istruzione, cristianizzazione, persuasione, educazione, catechesi, formazione, devozioni che si muovono con i passi evidenti o mascherati dell’imposizione, della paura, dell’obbligo. Nessun essere creato sa meglio di lui come questo sia il modo perfetto per impedire all’uomo di amare e realizzare ciò di cui viene a conoscenza. La conoscenza rende possibile la libertà, perciò non può nel modo più assoluto compiere nemmeno un passo con le gambe dell’obbligo e dell’imposizione, mai. Questo è il primo catenaccio che spranga la porta verso la conoscenza. Il secondo catenaccio è mantenere i popoli sempre in uno stato di miseria e di necessità tali che la pressione per soddisfare i bisogni primari e fisiologici sia così opprimente, da non permettere all’individuo di usare energie spirituali, intellettuali e fisiche se non unicamente per poter sopravvivere. Finché l’uomo sarà soffocato dalla paura della fame, angosciato dalla mancanza dell’indispensabile per vivere, dipendente dai poteri forti che gestiscono nel sopruso le risorse della terra, strangolato dalla tirannia delle banche, devastato dalla furia della guerra, non potrà mai accedere alla conoscenza, e usare quindi le chiavi della saggezza per costruire liberamente il proprio benessere e la propria felicità. Coloro che, consapevolmente o meno, servono al mantenimento di questi due catenacci e sbarrano all’umanità il varco verso la conoscenza, sono al servizio di Satana, anche se non lo sanno, e sono coloro che Gesù definisce, senza mezzi termini, ipocriti, guide cieche, stolti. Costoro, anche se si spacciano per sapienti guide dell’umanità, sono coloro verso i quali lui stesso grida il suo divino e terribile: guai a voi

Vangelo di Matteo 23,13-22

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: 13 «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. [ 14]
15
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.
16
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. 17 Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? 18 E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. 19 Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? 20 Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; 21 e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. 22 E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».