Diversamente consapevoli - Sono molti...

Diversamente consapevoli

Sono molti e diversi i nomi e le rappresentazioni con cui si descrive, lungo la storia, il processo di desertificazione sociale attraverso il quale pochi uomini possiedono e gestiscono le risorse di tutti e mantengono i molti nella miseria e nella depressione sociale. Che siano regni fondati sulla linea del sangue o impalcature religiose costruite sulla presunta volontà divina, che siano prepotenti imperi colonizzatori, dittature tiranniche o tolleranti governi liberali, democrazie illuminate, antiche e nuove repubbliche, il processo, che assicura e garantisce la sproporzione sociale tra il lusso sfrenato, il potere dei pochi e la miseria, la schiavitù dei molti, non cambia, non cambia mai. Questa sproporzione malefica non è frutto del destino indeformabile, di errori politici e sociali, della volontà di Dio, del fato, ma è una scelta, semplicemente una scelta, una scelta precisa e determinata. Rivoluzioni popolari, sconvolgimenti sociali, ribaltamenti ideologici e culturali, guerre su guerre, rivolte di piazza servono unicamente a cambiare e a intorpidire la percezione dei popoli riguardo alla propria miseria e alla propria schiavitù, ma mai, assolutamente mai a cambiare la scelta. Legami familiari, partiti, religioni, patrie e nazioni, bandiere, mode, classi e caste sociali, squadre sportive, blocchi economici non hanno altro scopo che tenere divisi i perdenti, tenerli gli uni contro gli altri, mantenerli deboli intellettualmente, fragili emotivamente, vincibili e controllabili spiritualmente.
Gesù ha compassione, ha infinita compassione del mondo di miseria e tristezza, di ristrettezza e necessità, di scarsità che ci siamo costruiti senza di lui e del modo di vivere che ci siamo dati, che abbiamo accettato ci venisse dato e imposto nella mancanza della sicurezza, della salute, del benessere, dell’armonia, della pace.
Gesù ha compassione per il deserto di solitudine e di inedia che l’uomo si è costruito, in cui ci hanno addestrati a vivere e in cui, a nostra volta, ci siamo poi abituati a sopravvivere. Deserto provocato dalla stupidità e dall’ignoranza dei molti che accettano come un fato intoccabile e una predestinazione divina che pochissimi furbi e potenti possiedano e gestiscano le risorse di tutti.
Gesù non moltiplica il pane solo per la fame di quella sera, ma indica al mondo e a tutti i cuori degli uomini che possiamo vivere diversamente, e per vivere diversamente è necessario essere diversamente consapevoli, diversamente ispirati.
Gesù non compie solo il miracolo del pane, non riempie solo ceste e pance, ma riempie i cuori e la mente di quella gente con la consapevolezza, con l’ispirazione spirituale che dove c’è Gesù, dove si vivono veramente Gesù e il vangelo, ci sono e ci saranno sempre abbondanza e benessere, pace e armonia, condivisione, rispetto della dignità umana e della natura.
La moltiplicazione dei pani ispira la vera unica rivoluzione contro ogni potere forte egemonico e ingiusto. Gesù ispira a diventare nel cuore e nella mente diversamente consapevoli della dignità altissima che ogni figlio di Dio condivide con Dio stesso. Se l’uomo si sente veramente figlio dell’unico Padre, ed è certo di poter ricevere da lui attraverso il proprio ingegno e la propria intelligenza ogni bene e benessere per la vita, non potrà mai in alcun modo consegnare la sua mente e la sua dignità nelle mani di un potente per un pezzo di pane, sotto il peso dell’ansia del necessario.
Gesù ricorda all’uomo che la scelta dei potenti di avere e possedere tutto è una scelta che non si vince nelle piazze con le rivoluzioni o nei campi di battaglia, ma diventando diversamente consapevoli. Consapevoli di essere non figli degli uomini e dei loro addestramenti e retaggi, ma figli di Dio, dell’unico Padre, figli della sua armonia e del suo divino splendido benessere. Se mantenere la propria libertà e dignità, seguendo il vangelo, può procurarci persecuzione e fame, derisione e solitudine, non sarà nient’altro che un onore e Dio stesso provvederà a noi direttamente.
Gesù ci ispira a non rinunciare mai a noi stessi e alla nostra dignità, a non farci mai mantenere dal potere nemmeno a causa della necessità del pane, perché, se non rinunciamo alla nostra divina dignità, Dio stesso provvederà a noi in ogni modo. Gli schiavi resteranno schiavi, i potenti resteranno potenti fino a che tutti non ci sentiremo realmente figli dell’unico Padre.
Nella via del vangelo, per seguire Gesù è possibile scegliere il distacco dei beni, la povertà, la totale fiducia nella provvidenza, ma non la miseria, l’inedia, la necessità continua. L’ansia del pane è frutto dell’inganno di Satana, non può mai né mai potrà essere una scelta, è piuttosto una schiavitù indotta e provocata.

Vangelo di Marco 8,1-10

1 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: 2 «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. 3 Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
4
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». 5 Domandò loro: «Quanti pani avete?» Dissero: «Sette».
6
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. 7 Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
8
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. 9 Erano circa quattromila. E li congedò.
10 Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.