Cosa manca? ... Cosa manca

Cosa manca?

Cosa manca all’invito del Re per essere gradito agli invitati? Qualcosa deve mancare per forza, vista la fatica degli invitati a rispondere! È un invito triste? No, è un invito a nozze, è l’invito per la festa meravigliosa del Figlio. Allora è un invito poco chiaro? No, è stato ripetuto in molti modi e da molte voci. Forse è un invito senza prospettive di divertimento? No, è l’invito a un banchetto gigantesco, immenso, meraviglioso. Senz’altro è un invito per una festa mal organizzata? No, la festa è organizzata divinamente, è il caso di dirlo, tutto è pronto, buoi e animali grassi già sul fuoco a rosolare, il banchetto è favoloso. Cosa manca all’invito del Re, tanto che gli invitati hanno preferito far finta di nulla o addirittura andare a lavorare il campo o a seguire gli affari? Cosa c’era d’irrispettoso e violento nell’invito del Re, tanto che i latori dell’invito sono stati presi, insultati, malmenati, uccisi? Cosa manca all’invito del Re, per essere stato motivo di tanta indifferenza o di tanta violenza? Una cosa manca. Manca quella cosa che, se non c’è, rende tutto così incerto, disordinato, pericoloso, imprevisto. All’invito del Re manca l’obbligo, manca la precettazione. L’invito del Re è libero, assolutamente libero e liberante. Questo lo rende motivo di sospetto per alcuni, di invidia per altri, oggetto di cupidigia per altri ancora. È la libertà intrinseca dell’invito che lo rende poco attraente agli occhi degli invitati ed è sempre la libertà dell’invito che scatena la corsa al possesso, al controllo, al trattenere. E anche quando, all’invito del Signore della vita, la reazione violenta dell’umanità viene sedata nel sangue e nel fuoco dalle forze stesse della natura – nella parabole nominate come le truppe del Re –, anche allora, con la sala piena di altri invitati, il peso della libertà si fa ancora sentire. L’invitato senza vestito a festa rappresenta appunto coloro che rispondono all’invito della vita senza apprezzare la potenza e la libertà dell’invito divino.
A qualsiasi gruppo di invitati tu appartenga, visto che sei stato invitato, non dimenticare l’abito della festa, fratello, non per paura, ma per onorare, con il tuo sorriso e con la solennità della tua gratitudine, la gloria della vita e il nome del Signore della vita.

Vangelo di Matteo 22,1-14

In quel tempo, 1 Gesù riprese a parlare loro con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse: 2 «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. 3 Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
4
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!” 5 Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; 6 altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
7
Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
8
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9 andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. 10 Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
11
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. 12 Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?” Quello ammutolì. 13 Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. 14 Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».