Pazzia - È fuori di...

Pazzia

È fuori di sé, letteralmente, è fuori dalla sua essenza, è così pazzo che non è possibile avere un confronto con lui. È un verbo durissimo, indica che non è più possibile avere un confronto, un rapporto, un dialogo con quella persona.
Forse è l’affermazione insieme più offensiva e più luminosa di tutto il vangelo nei confronti di Gesù. Se la razionalità del suo procedere argomentativo, se la sempre perfetta coerente assertività del suo comunicare, se il suo non avere paura del giudizio di nulla e di nessuno, se la sua potenza nel guarire lebbrosi, paralitici, ciechi e zoppi, se la sua profonda mitezza e umiltà, se la sua compassione per tutti e per ciascuno, se la sua regalità e armonia, se la conoscenza che ha trasmesso e ispirato all’uomo per una vita più piena e vitale, se l’invincibile nostalgia di amore e di bene che sapeva suscitare, se il suo silenzio amante, mai violento, nei giorni della tortura e della violenza, se la sua incommensurabile innocenza e delicatezza, se la sua grazia e bellezza, se tutto questo è di un pazzo, se tutto questo significa essere fuori di sé, fuori della propria essenza, se questo comporta impedimento a qualsiasi confronto umano, quale altra cosa potrebbe mai desiderare un uomo che questa magnifica, splendida, benedetta pazzia?

Vangelo di Marco 3,20-21

In quel tempo, Gesù 20 entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».