Imprigionati - La suocera...

Imprigionati

La suocera, in greco hè pentherà. È un termine che ha a che fare con i significati di “piangere”, “essere in lutto” nonché con “dolore, infelicità, pena”: il verbo di riferimento è appunto penthèo, “sono afflitto, sono in lutto”. Padu, la radice accadica di questo termine, indica “legare, chiudere, imprigionare”. La suocera, l’imprigionatrice. La suocera di Pietro, imprigionata imprigionatrice febbricitante, è un simbolo perfetto di come l’umanità sta vivendo la sua esperienza terrena. È un’umanità imprigionata nell’inganno satanico ed è insieme imprigionatrice febbricitante di altri uomini nell’addestramento schiavizzante del sistema. È un’umanità ammalata di paura, continuamente in lutto a causa di violenze inaudite e innumerevoli, vessata dai poteri forti, senza forze per reagire, senza guide per risvegliarsi, con dentro il fuoco della febbre del possesso e dell’ambizione. È un’umanità imprigionata che non è capace di liberarsi da sola e che non riesce a far altro che imprigionare a sua volta. Umanità avvelenata da ignoranza e rabbia, rancori e conflitti, ammalata nella mente, prostrata nello spirito, ferita nel corpo, umanità che nessuno degli imperi, dei governi, dei potenti della terra, delle gerarchie religiose della storia si è dimostrato capace e competente di guarire e liberare. È la stessa umanità che al tramonto del sole, come città intera, si riversa tutta davanti alla porta della casa dove c’è Gesù, perché ha sperimentato sulla pelle che lui può, lui può guarire dentro e fuori, lui può liberare dalla prigionia e dalla paura.
Verrà il tempo in cui la città intera non si raccoglierà più davanti alle porte del tempio religioso, perché la gerarchia che lo rappresenta si è dimostrata inefficace nel liberare l’umanità dalla sua prigione e dalla sua malattia. Verrà il tempo in cui la città intera non si raccoglierà più davanti alle porte del tempio degli imperi, perché il potere politico che essi rappresentano si è dimostrato inefficace nel liberare l’umanità dalla sua prigione e dalla sua malattia. Verrà il tempo in cui la città intera non si raccoglierà più davanti alle porte del tempio economico, perché il potere del denaro che esso rappresenta si è dimostrato inefficace nel liberare l’umanità dalla sua prigione e dalla sua malattia. Verrà il tempo in cui la città intera non si raccoglierà più davanti alle porte del tempio della scienza, perché la cultura e le conoscenze che rappresenta si sono dimostrate inefficaci nel liberare l’umanità dalla sua prigione e dalla sua malattia.
Verrà il tempo in cui la città intera si raccoglierà davanti alle porte della casa della suocera di Pietro dove Gesù si è fermato, il tempo in cui la città intera si raccoglierà ovunque e dovunque Gesù si sarà fermato e potrà essere incontrato, perché solo Gesù, e nessun altro, ha il potere reale e magnifico di liberare l’umanità dalla prigione in cui Satana l’ha rinchiusa con l’inganno. Solo Gesù può fornire all’umanità la conoscenza e le procedure utili per risvegliarsi e vivere una nuova evoluzione nella pace e nella condivisione, fuori da prigioni e imprigionamenti.
Gesù può guarire il corpo dell’uomo perché è in grado di guarire l’uomo da dentro. Gesù può liberare dalla prigionia esistenziale perché è in grado di liberare l’uomo dalla prigionia interiore che è pensare di essere nati per essere serviti e non per servire. Questo è il terribile e velenoso malinteso che imprigiona l’uomo nell’inganno di Satana. L’uomo non ha ancora capito che è qui su questa terra per svolgere un compito, non per imprigionare se stesso e imprigionare gli altri, approfittando delle proprie capacità. L’uomo è qui per servire la bellezza e l’armonia, non per distruggerle e corromperle, è qui per condividere le ricchezze e le risorse della terra per il bene di tutti, non per depredarle e possederle.
Anche per la suocera di Pietro la guarigione donatale da Gesù ha coinciso immediatamente con il ritornare a servire la vita e i fratelli con cuore nuovo e rinnovato. Non è possibile, non ha senso alcuna guarigione e liberazione dalla prigionia, se non è vissuta come una nuova e meravigliosa opportunità per imparare a servire la vita, Dio e l’amore con tutto in cuore.

Vangelo di Marco 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito 29 dalla sinagoga, andò subito nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31 Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35 Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. 37 Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!» 38 Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!»
39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.