Il compito dei discepoli - Gesù manda i...

Il compito dei discepoli

Gesù manda i suoi avanti a sé in città e villaggi con il mandato di cacciare i demoni, guarire i malati, far risorgere i morti e annunciare la gioiosa notizia del regno di Dio alle genti. I discepoli vanno e vengono immediatamente sommersi dalla gente, tanto che non hanno neppure il tempo per mangiare. Allora Gesù li raccoglie attorno a sé e li raccomanda e li affida al silenzio, al riposo, alla pace della preghiera e della meditazione. Perché? Perché il compito che Gesù ha affidato ai suoi discepoli non può essere onorato e rispettato senza restare in disparte con Gesù in preghiera e in meditazione. Ma qual è il compito che Gesù ha affidato ai suoi, qual è il suo divino mandato per l’umanità? Cacciare i demoni, guarire i malati, evangelizzare? In verità no, non è questo il mandato, queste sono azioni di liberazione, sono solo la conseguenza del mandato. Il vero mandato di Gesù è la compassione, avere compassione, compassione per l’umanità. La compassione può rivelarsi nel volto della sollecitudine, della responsabilità, del servizio, dei compiti, dell’evangelizzazione, della carità, ma sempre di compassione si tratta, compassione per l’umanità che è come un gregge disperso senza pastore. Il Signore Gesù non cerca apostoli cerca uomini di compassione, non  vuole comunità di discepoli sparse nel mondo per fare proseliti, ma cuori pulsanti di compassione seminati in tutta la terra. Il Signore Gesù non vuole l’evangelizzazione confessionale, ma l’espansione amante e coraggiosa del suo vangelo, perché il vangelo è la risposta compassionevole di Dio al bisogno di liberazione e di illuminazione dell’umanità. Il vero compito della chiesa è vivere la compassione per l’umanità che, dispersa come un gregge senza pastore, vaga senza meta oppressa e svuotata. La chiesa non deve sostituirsi a Dio ma far conoscere all’uomo la compassione di Dio per il suo popolo. Compito degli apostoli di Gesù è avere compassione per l’umanità. Gesù raccoglie a sé i suoi discepoli perché della compassione sa qualcosa che noi non sappiamo. La compassione per il popolo di Dio non s’impara a scuola tra i libri, non si assume per senso del dovere, non è una capacità legata all’intelligenza, non si può acquisire con la morale, stabilire per legge, assorbire attraverso la disciplina, trasmettere con l’esempio. Secondo il vangelo la compassione per il popolo di Dio non è nemmeno una scelta, almeno non direttamente. La compassione si alimenta attraverso la legge della risonanza. Ecco perché Gesù, pur con amore e delicatezza, quasi costringe i suoi a mollare tutto quello che stavano facendo in nome della compassione, per raccoglierli vicino a sé in un luogo deserto e tranquillo.
Solo rimanendo vicini a Gesù, che è la Compassione di Dio per l’uomo incarnata, i discepoli per risonanza possono sperimentare in loro la forza e la potenza della compassione. La compassione per il popolo di Dio non si può acquisire nemmeno per scelta, ma può essere generata e alimentata dalla scelta di passare tanto tempo con Gesù in dolce, amante, riposante preghiera e meditazione con lui. Dalla risonanza con la compassione del cuore di Gesù scaturisce e si sviluppa la compassione nel cuore dell’uomo per l’umanità.

Vangelo di Marco 6,30-34

In quel tempo, 30 gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31 Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
32 Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
34 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.