Adulterio con chi? - Questa generazione chiede...

Adulterio con chi?

Questa generazione chiede a Gesù un segno, un segno che attesti la sua identità, che sia dimostrazione, verifica, controprova del suo essere Figlio di Dio. Gesù risponde rivelando l’essenza spirituale e mentale di questa generazione: malvagia e adultera, in greco, ponerà kài moichalìs.
L’aggettivo femminile ponerà, da poneròs, esprime nell’etimologia la presenza di una situazione che crea fatica, sforzo, sofferenza, cattive condizioni. Si tratta di cose inutili, faticose, dannose, malvage. Poneròs origina dalla radice indoeuropea pen, che indica “tensione, fatica, lavoro duro e senza sosta”, da cui, nella lingua greca, è derivata una famiglia di vocaboli che implicano tale significato: ponòs, “fatica, cura, afflizione”, poneròs, “sofferente, penoso, cattivo, abietto, volgare”, ponèo, “soffro, faccio fatica”. Accanto all’uso aggettivale di poneròs è possibile trovare anche il sostantivo hò poneròs, “colui che è malvagio, perverso, cattivo, maligno”. Esso, significando nell’Antico e nel Nuovo Testamento tutto ciò che si oppone alla volontà di Dio e al vangelo di Gesù, indica l’Avversario, il Nemico per eccellenza, il Maligno, il male, il cattivo, il diavolo, Satana.
Moichalìs è un altro aggettivo che significa “adultero, infedele a Dio, disonesto”. La base sanscrita, mehah, mehati, con il significato di “orinare, vomitare”, richiama il termine accadico machachu, “bagnare, ammollare nel liquido, mescolare e mescolarsi, contaminare”. In greco antico questo termine significa “truffatore, mistificatore”.
Gesù definisce la nostra civiltà una generazione maligna e adultera. Chiedere un segno a Gesù è segno di disamore incipiente per Gesù, di fiducia defunta per la sua persona, di dispetto e disprezzo per il suo essere.
Gesù definisce la nostra civiltà secondo le due linee della vita: la linea orizzontale e la linea verticale. Definisce la nostra civiltà malvagia, maligna, cattiva su tutta la linea dei rapporti e delle relazioni orizzontali, sul piano della vita umana e sociale. E definisce la nostra civiltà adultera sul piano verticale, sul piano della relazione spirituale con Dio.
Una generazione che chiede a Gesù la controprova della sua essenza divina è una generazione malvagia nelle azioni e adultera e infedele nei riguardi di Dio e del suo amore. Con generazione adultera Gesù non intende riferirsi alla relazione uomo-donna, come saremmo portati a concepire secondo la proiezione umana orizzontale del modello dell’adulterio; intende piuttosto sottolineare fortemente la relazione verticale uomo-Dio, intrisa dell’infedeltà umana. Questa infedeltà dell’umanità nei riguardi di Dio è idolatria, ossia considerare Dio ciò che dio non è e considerare Dio come se Dio non fosse. Questo è all’origine di ogni malignità e malvagità della nostra generazione e civiltà.
Ma Gesù aggiunge che, in verità, un segno, un segno sarà dato a questa civiltà, alla nostra generazione, il segno di Giona. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Gesù stesso è il segno per questa generazione, per offrirle un’altra opportunità di mutamento e risurrezione. Il segno di Gesù ha in sé qualcosa di meraviglioso e terribile insieme. Il segno di Gesù, il Figlio di Dio, che si incarna su questa terra per riportarci alla vita, per proporci un profondo e vitale mutamento interiore, è meraviglioso. Il segno di Gesù, il Figlio di Dio, che s’incarna su questa terra per riportarci alla vita, per proporci un profondo e vitale mutamento interiore, è terribile perché dice da se stesso che non ci sarà un altro segno, non ci sarà un oltre. Oltre Gesù, il Figlio, non ci sarà un altro segno.
Se questa civiltà coglierà e amerà Gesù e metterà in pratica le sue procedure evangeliche, sarà una civiltà meravigliosa ed estremamente evoluta, se non amerà Gesù e rifiuterà la metànoia da lui proposta, l’accenno evangelico alla città di Ninive, che sarebbe stata distrutta se non si fosse orientata diversamente nello spirito, parla chiaro, chiarissimo.
Non a tutte le città è stato mandato Giona. È stato mandato a Ninive, per evitare la distruzione e la morte. La città di Ninive, la civiltà di Ninive ha accolto il segno, ha accettato l’aiuto, si è salvata. Ma quando una città, una civiltà fa cadere profeti per lei suscitati dal Paraclito, zittisce le voci per la sua salvezza suscitate dalla misericordia divina, il tempo è breve, molto breve.

Vangelo di Matteo 12,38-42

In quel tempo, 38 alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». 39 Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. 40 Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
41 Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! 42 Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!»