Benedetto - Zaccaria, sacerdote...

Benedetto

Zaccaria, sacerdote del tempio di Gerusalemme, sposo di Elisabetta, la cugina di Maria di Nazareth, non crede alle parole dell’angelo: Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni (Luca 1,13). La sua incredulità davanti alla Parola lo rende non solo muto nelle parole (Luca 1,2) ma anche sordo al suono (Luca 1,62).
Ciò che rende muto e inutile il nostro dialogo interiore, sorda la nostra capacità di comprendere, la nostra intelligenza interiore, è la necessità della mente di cercare la ragione delle cose, chiedersi il perché degli avvenimenti, il come sarà. Il modo di pensare di Zaccaria, così come il nostro, perfino di fronte al messaggio di un angelo, proprio non sopporta di non sapere il perché e il come; non sopporta di non avere il controllo della situazione, perfino davanti a Dio.
Il Benedetto è il cantico che Zaccaria, padre del Battista, eleva a Dio, colmo di Spirito Santo, dopo che la sua lingua e le sue orecchie si sciolgono nuovamente nel giorno della circoncisione di suo figlio. È il cantico di colui che, dopo aver vissuto come sacerdote una vita di religione, ora sperimenta cosa siano la decisione e la forza luminosissima della fede. Il Signore fa comprendere con pace e con forza a Zaccaria che dopo aver trattato con Dio per tutta la vita egli doveva ancora imparare cosa fosse sciogliere il suo cuore dallo stato di conflitto, di sospetto, di non fede. È il cantico di colui che per opera dello Spirito ha deciso di decidere, di uscire per sempre dalle sabbie mobili dell’indecisione, dalle maree oscure dei perché, dei ma, dei come, dei se. Zaccaria da sacerdote diventa veramente uomo di Dio, da uomo della religione diventa un servo amante, scioglie ogni nodo e tensione, ogni superbia e presunzione con la forza della fede, la fede umile e grata, che accetta dalle mani di Dio il presente, tutto il presente esattamente com’è e non come dovrebbe essere, senza più chiedere il perché e il come. Questa lezione è la lezione che tutti dobbiamo imparare, pena il mutismo e la sordità spirituali e intellettuali di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Se l’uomo non impara ad aver fede resterà sospettoso e incerto nel cuore e nella mente, e continuerà a perdere e sprecare nella tristezza e nella paura tutta la vita chiedendosi il perché, il come, di chi è la colpa, chi ha vinto, chi ha perso, rinunciando al presente di Dio, alla sua santa volontà e al suo amore.
Potentissima, imperiosa, indiscutibile la risposta dell’angelo Gabriele davanti all’indecisione, al perché e al per come di Zaccaria: Io sono Gabriele, colui che sta davanti a Dio e sono stato inviato per parlarti e per annunciarti una gioiosa notizia. Ecco sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui avverranno queste cose, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo (Luca 1,19-20). Come a dire: Sveglia, Zaccaria, i tuoi perché e per come, frutto della tua superbia e del tuo bisogno di controllo, oltre che imbarazzanti e sciocchi ti impediscono perfino di riconoscere la potenza del momento presente, la divinità dell’essere che hai davanti, la portata straordinaria dell’evento che stai vivendo. Il cantico di Zaccaria è il cantico di un convertito dalla religione alla fede, dal sospetto all’amore, e ha il tono e la struttura di una profezia, l’ultima profezia su Gesù (Luca 1,67).
Ogni mattina, quando sorge il sole, la chiesa canta Gesù, Aurora che sorge dall’alto, canta la sua fede in Colui che sorge da Oriente, l’Unico che risplende su quelli che sono seduti nella tenebra e nell’ombra di morte: il Vivente! Cantare il Benedetto è cantare la fede nella Luce di Dio, che sconfigge la tenebra del non conoscere, il tartaro del sospetto nei confronti di Dio, l’arroganza della morte.

Vangelo di Luca 1,67-79

In quel tempo, 67 Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
68 «Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,

69 e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,

70 come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:

71 salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.

72 Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,

73 del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, 74 liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, 75 in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

76 E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

77 per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.

78 Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,

79 per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».