Anthomologhèomai - Pregare...

Anthomologhèomai

Pregare, lodare, cantare Dio è la realtà più potente in terra e in cielo. Chi prega con amore e forza e con un po’ di fedeltà potrà assistere, nel senso bello del termine, al finimondo nella propria vita, potrà sperimentare cose inaudite, potenze sconosciute, intelligenze non raggiungibili. Perché? Perché pregare, cantare adorando e adorare cantando è unirsi, unirsi a Dio. Anna, la bellissima nonna profetessa, prende in braccio Gesù e a lui si stringe nel modo più potente possibile per un uomo, lodando. Si mise anche lei a lodare Dio: il verbo è anthomologhèomai, generalmente tradotto con “rendo lode, ringrazio, confesso”. Formato dal prefisso antì, “a mia volta”, unito al verbo omologhèo, “sono d’accordo, riconosco”, anthomologhèomai significa letteralmente “sono d’accordo, mi accordo, mi unisco, faccio un patto, corrispondo”. Pregare, lodare, adorare è un’azione potentissima: permette al cuore umano di unirsi a Dio e alla sua divina energia e al tempo stesso di separarsi da tutte le alleanze umane che non hanno altro scopo satanico che dividere l’uomo da se stesso, dagli altri, dal creato, da Dio.
Pregare è unire, è unirsi. Pregare è l’opposizione più potente che esista a ogni forma di divisione e separazione.

Vangelo di Luca 2,22-40

22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - 23 come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» - 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
25
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26 Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
27
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28 anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
29
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
30
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31
preparata da te davanti a tutti i popoli:
32
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
33
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34 Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35 - e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
36
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.