Ancipite - Quando...

Ancipite

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono, letteralmente: E, avendo visto lui, lo adorarono [greco: proskynèo], essi però dubitarono [greco: distàzo].
È possibile prostrarsi a Gesù e al tempo stesso nutrire dubbi su di lui? Guardando l’etimologia e i significati dei due verbi, evidentemente sì.
Proskynèo – formato dalla preposizione pròs, “verso, a”, unita al verbo kynèo, “bacio, mi prostro dinanzi – è un particolare verbo idiomatico, traducibile con “inclinare la testa a terra, prostrarsi davanti a qualcuno come atto di riverenza, supplica, timore”. Indica non solo una posizione del corpo, ma anche un atteggiamento di riverenza mentale. Indica l’atteggiamento riservato verso i re da parte dei sudditi, verso la divinità, nel momento del culto e della preghiera, dell’unione intima a Dio, all’Assoluto.
Distàzo, “sono ancipite”, cioè separato in due, “ho doppia natura o aspetto, sono dubbioso” – denominativo da dìstas, “che sta da due parti”, è formato da dìs, “due”, unito a ìstemi, “sto, sono fondato, conficcato” – in tutto il Nuovo Testamento si trova solo 2 volte, ed entrambe in Matteo. Distàzo è il verbo che indica l’uomo diviso in due, che non trova unità, che sta in due parti, dubbioso, separato; il mondo ebraico lo traduce come l’uomo scisso nella lingua o nella bocca, nelle idee e nel comportamento davanti a Dio.
Più che di dubbio si tratta di scissione, divisione, disunione, ed è da questa scissione che deriva lo stato emotivo e mentale della sospensione. I discepoli sono divisi in due, hanno il cuore e la mente divisi in due parti, sono divisi e sospesi. Non sanno cosa fare perché non sanno come unirsi nel loro interno riguardo a Gesù, a quel Gesù che hanno davanti. Un ginocchio si prostra a terra davanti al Risorto, l’altro resta rigido nel dubbio, per quell’atroce vittoria della violenza del potere sull’innocenza. Un occhio guarda e comprende il volto dell’amato amico, l’altro vede, in modo distorto, quel ritorno senza le vestigia della regalità e interpreta malamente. Un braccio vuole abbracciare il fratello Gesù, l’altro vuole allontanare quel volto quasi inavvicinabile per tanta bellezza e grazia. Una parte del cuore si scalda d’amore al suono della sua Parola, l’altra è ancora dura, fredda, delusa, muta al ricordo del grido: Crocifiggilo.
E Gesù cosa fa, cosa dice? Gesù si pone come divina, regale, onnipotente energia di unione indefettibile. Si propone come presenza fedele, il collante amoroso sempre presente e afferma: Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. La sua presenza costante, fedele, amante istante per istante, è la colla divina capace di generare pace e unità nel cuore diviso dell’uomo.
La fede certa, inviolabile, nel fatto che Gesù è con noi, dentro di noi e noi dentro di Lui, ogni istante, fino alla fine del mondo, è il collante mistico contro ogni possibile divisione e separazione interiore ed esterna.

Vangelo di Matteo 28,16-20

In quel tempo, 16 gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
17
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18 Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».