Martedì 3 Aprile 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Atti degli Apostoli 2,36-41; Salmo 32,4-5.18-20.22; Vangelo di Giovanni 20,11-18

Vangelo di Giovanni 20,11-18

In quel tempo, 11 Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16 Gesù le disse: «Maria!» Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!» 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18 Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Pensa, pensa

Letteralmente è scritto: Si voltò indietro e vede [greco: theorèo] Gesù che stava lì e non sapeva [greco: òida] che era Gesù. Maria di Màgdala vede Gesù lì in piedi davanti a lei, raggiante di luce e splendore, bello più del sole, lo vede ma non lo riconosce. Com’è possibile? Com’è possibile non riconoscere Colui che hai amato e ami così tanto, Colui che ti ha cambiato la vita per sempre? Com’è possibile che gli occhi non riescano a vedere fino a questo punto? La spiegazione è nel testo del vangelo e nella realtà fisiologica dei processi conoscitivi del cervello umano. Per descrivere l’atteggiamento intellettuale e spirituale di Maria di Màgdala, quando si volta indietro e vede Gesù, il testo usa il verbo theorèo, che significa “vedo”. Si tratta etimologicamente del vedere tipico dello spettatore oppure di colui che osserva per constatare, per confortare un’opinione, per rafforzare una mentalità, una teoria previa. Maria si volta indietro, indietro dentro le sue convenzioni, le sue convinzioni, indietro verso le teorizzazioni delle consuetudini che alimentano un modo di pensare con pensieri intrisi di passato, di rimpianti, di come avrebbe dovuto essere. Maria si volta mentalmente indietro esattamente verso un luogo mentale dove non c’è più nulla da vedere, da scoprire, capire e conoscere, se non quello che la sua mente conosce e ha deciso di sapere. Il vangelo, sempre puntualissimo, spiega perfettamente questo processo deviante e dice letteralmente: Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando (ritenendo, trattenendo in sé l’opinione) che fosse il custode del giardino, gli disse. Maria di Màgdala non può in nessun modo riconoscere Gesù, vedere esattamente Colui che ha davanti, perché, finché sta guardando, lei sta pensando, sta teorizzando, sta “opinionando” nella propria mente. Gli occhi non possono vedere ciò che la mente non conosce, non vuole vedere, non sa vedere, non è pronta a vedere, non è abituata a vedere. Maria di Màgdala, guarda verso Gesù, lo vede fisicamente, ma quello che vede è nuovo, è superiore, è inedito, è oltre lo stadio della sua percezione abituale, non fa parte delle sue conoscenze, delle sue preventive abitudini mentali, e realmente dunque ella non vede Gesù. Maria di Màgdala vede Gesù ma, nella sua mente, quel Gesù vivo, nuovo, splendente e radioso, quel Gesù che è andato oltre la morte, non ci sta, non è parte dei suoi ricordi, è impossibile nei suoi desideri, dunque ella non lo vede, non lo riconosce. Questo è il vedere cieco di theorèo. È il vedere che non conduce alla conoscenza, perché è il vedere mentale che si è oscurato dopo la ribellione contro Dio nel giardino dell’Eden e da quel momento l’uomo non ha più potuto vedere Dio, noi tutti non abbiamo più potuto vedere Dio. Solo quando Gesù la chiama per nome, solo quando alla frequenza luce si aggiungono le informazioni della frequenza suono della voce del Maestro, allora Maria si volta e ora non si volta indietro, verso se stessa e le sue convenzioni mentali, verso i suoi ricordi oscuri e i suoi desideri infranti, ma volge lo sguardo della mente e dello spirito da un’altra parte, si volta verso Gesù e conosce, riconosce, vede e comprende. Per imparare a vedere e a riconoscere la novità divina, assoluta, continua di Gesù è indispensabile non pensare mai per un istante di aver capito qualcosa, e, su ciò che pensiamo di aver capito, non teorizzare con la mente, non alimentarsi di elucubrazioni mentali, di sicurezze acquisite. Davanti a Gesù ogni convinzione intoccabile, ogni cristallizzazione mentale è una benda sugli occhi della conoscenza, una nuvola oscura che acceca lo spirito e la mente. Gesù si può amare, adorare, seguire ma non lo si può trattenere dentro a costituzioni religiose, dentro alle stanze dei precetti, delle devozioni, delle abitudini umane. Gesù è sempre nuovo e liberante, sempre.

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