Mercoledì 28 Marzo 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Isaìa 50,4-9a; Salmo 68,8-10.21b-22.31.33-34; Vangelo di Matteo 26,14-25

Vangelo di Matteo 26,14-25

In quel tempo, 14 uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15 e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?» E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16 Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
17
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?» 18 Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19 I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
20
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21 Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?» 23 Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24 Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!» 25 Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?» Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Vendere

L’iscariota decide di consegnare Gesù nelle mani dei signori del tempio e del potere politico, e non lo fa per denaro, è ovvio, ma per un profondo rancore nei confronti di Gesù. Tuttavia, alla fine, il suo tradimento viene compensato con del denaro, trenta monete d’argento.
Perché tradire un amico, perché consegnare un compagno di barricata al nemico comporta sempre, sempre una contropartita in denaro? Perché chi, per qualsiasi motivo, tradisce e vende al nemico un amico, un compagno di scelte di vita, diventa un venduto?
Perché a Satana piacciono alla follia le simbologie, i riti, i giuramenti, i sacramenti inversi, non potrebbe mai, mai farne a meno. In Legge Sacra le alleanze di Dio con l’uomo e gli incontri dell’uomo con Dio sono sempre immancabilmente segnati da simboli: sangue di animali, olio, fuoco, acqua, ritualità ben definite, costruzioni di altari, giorni del calendario che diventano date, le date che diventano feste da celebrare. Gesù stesso ci ha ispirato a vivere dei momenti privilegiati e potenti della sua presenza con i sacramenti usando le simbologie del pane e del vino, del fuoco, dell’olio, dell’acqua. Anche Satana, quando compie le sue alleanze con l’uomo, non può fare a meno di suggellare il tutto con oggetti, realtà simboli, ritualità, celebrazioni. Nell’alleanza divina Dio si dona completamente all’uomo per offrire all’uomo la sua potenza liberante, la sua gioia, la sua bellezza. Gesù è l’incarnazione indiscutibile dell’incommensurabile misura del dono totale di Dio nei confronti dell’uomo e la croce è il segno universale della nuova ed eterna alleanza di Dio con l’uomo. Nelle alleanze maligne, Satana non dona né offre nulla a nessuno, ma compra qualcosa. Cosa compra? Può comprare solo ciò che è in vendita, e l’uomo che si ribella contro Dio si pone nella condizione perfetta di essere in vendita, di diventare merce in cerca di acquirente. L’uomo che vive lo stato della ribellione con Dio e con la vita perde la percezione di essere figlio di Dio e di appartenere al Padre di tutti e impara a sentirsi e a trattarsi come merce, merce di scambio in tutte le dimensioni della sua vita. È così che l’uomo che si ribella a Dio e alla vita si mette sul mercato nel mondo della relazione, nel mondo del lavoro, degli affetti, della realizzazione personale. L’uomo che non sente di appartenere al cuore e all’amore sconfinato di Dio, è inevitabile, con il tempo, che si senta merce, merce da vendere, e inizi immancabilmente a trovare l’acquirente, l’acquirente della sua vita. Così abituato a vendere sé stesso come merce di scambio, l’uomo passerà la vita nella ricerca affannosa di qualcuno che apprezzi i suoi doni, le sue capacità, le sue competenze, considerate ormai solo merce, merce di scambio e di guadagno. In questo modo l’intera persona in tutte le sue dimensioni diventa merce, merce alla continua ricerca di nuovi acquirenti e compratori, per una vita completamente affogata nell’ambizione e nel culto dell’immagine. L’uomo che vuole vendere se stesso trova sempre l’acquirente.
Ma cosa significa vendere? Il verbo vendere è una forma contratta del latino venum dare, “dare con prezzo”, trasferire ad altri la proprietà di una cosa per denaro, alienare da sé una cosa, una realtà, qualunque essa sia, trasferendone il dominio ad altri per prezzo convenuto. Dunque vendere se stessi significa trasferire ad altri la proprietà di se stessi per denaro, cedere il valore intrinseco della nostra persona e della nostra vita sotto il dominio altrui per un prezzo stabilito. Ecco perché Satana quando si allea con gli uomini e li compra deve sancire questa alleanza con un simbolo, con un denaro, con una contropartita commerciale. Chi tradisce un amico tratta l’amico da merce di scambio, lo vende per interesse ma al tempo stesso stabilisce un prezzo a se stesso per essere comprato e a sua volta venduto. Chi tradisce lo fa sempre per trovare un altro acquirente che valorizzi e apprezzi maggiormente la sua merce. Chi tradisce vende e al tempo stesso è comprato, e chi si è fatto comprare è un venduto. Gesù sa più di chiunque altro che il vero tradimento di Giuda è prima di tutto contro Dio, poi contro se stesso e infine contro l’amico Gesù. Gesù così esprime la drammaticità del tradimento dell’Iscariota: Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato! Con queste parole Gesù non sottolinea solo la pericolosità del destino finale di Giuda ma soprattutto l’inutilità della sua vita nata per nulla, inutilmente, perché trasformata in merce, merce di scambio per l’acquirente più terribile, per il più grande nemico dell’uomo, Satana. Una vita inutile, una nascita inutile, un destino eterno così orribile che nemmeno Gesù si sente di rivelarci.

Pubblicazione "Gloria al Padre"

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