Venerdì 23 Marzo 2018

Questa sezione presenta quotidianamente il Vangelo del Giorno accompagnato da una riflessione, insieme all'antifona e al Salmo corrispondente, che in alcuni particolari periodi dell’anno liturgico potranno essere musicati e cantati. Ogni giorno potrai vivere la Parola, leggerne il commento e scaricare tutto in formato PDF dalla sezione sinistra del sito.

Parola del giorno
Geremìa 20,10-13; Salmo 17,2-7 ; Vangelo di Giovanni 10,31-42

Vangelo di Giovanni 10,31-42

In quel tempo, 31 i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. 32 Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?» 33 Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34 Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? 35 Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, 36 a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? 37 Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38 ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre».
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Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
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Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. 41 Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». 42 E in quel luogo molti credettero in lui.

È sicuro

È sicuro, è certo. Come potrebbe essere altrimenti? Non sarebbe assolutamente possibile. È sicuro che è così, è sempre stato così, sarà sempre così fino a che l’inganno costituirà il pane della mente dell’uomo. I nemici di Gesù partono da casa per incontrare Gesù portando pietre per lapidarlo, piene sono le sacche e all’orlo i cesti. La traduzione CEI scrive: raccolsero delle pietre per lapidarlo, ma letteralmente è scritto: portarono di nuovo delle pietre. È tentato omicidio premeditato, calcolato, volontario, deliberato. I nemici di Gesù non hanno altro in mente che eliminare, uccidere Gesù, ma è sicuro che devono farlo secondo il protocollo della vera perversione satanica, devono compierlo per il motivo per cui va fatto. E quale può essere il motivo per uccidere Gesù? Il motivo non ha alcuna importanza, assolutamente nessuna importanza, ma è indispensabile che sia un buon motivo, un motivo buono. Questo è sicuro, questo è assolutamente certo, nessuno mai compie il male senza un buon motivo. Satana gioca su questo protocollo per dominare completamente le menti umane e asservirle a lui anche e soprattutto quando ritengono di essere nel giusto. I poteri umani giocano su questo protocollo per dominare e soggiogare completamente i popoli, la perversione del male gioca su questo protocollo per spingere gli uomini alla più totale ignoranza e alla più devastante stupidità intellettuale. Per la mente umana, che vive nell’inganno, il male non è mai veramente male se è fatto per un buon motivo. Il buon motivo per cui si compie il male in pratica cambia segno al male e lo fa diventare un bene agli occhi degli stupidi schiavi dell’ignoranza. Se per caso non c’è proprio un buon motivo per fare quel determinato male particolare, allora un buon motivo basta inventarlo, crearlo, coniarlo per l’occasione. Quando il male, qualsiasi male, è compiuto per un buon motivo, allora diventa necessario, diventa indispensabile, diventa una buona causa, si trasforma in un’opera meritoria, perfino in un dovere, in un’azione onorevole ed eroica, si trasforma in un bene, nell’espressione massima della libertà individuale. Per fare un esempio, uccidere è male, è sempre male davanti all’uomo e davanti a Dio, ma basta collocare l’omicidio dentro la glassa di un buon motivo che si trasforma in un bene indispensabile, assoluto, e così si può fare con qualsiasi tipo di male e malvagità. Si possono trovare con facilità buoni motivi per compiere ogni tipo di male e in questo l’uomo ha una fantasia satanica imbattibile. Aveva certamente un buon motivo la schiavitù di milioni di esseri umani, perpetrata per secoli alla luce del sole. Come dubitare che avessero un buon motivo, anzi un motivo divinamente buono, i massacri, i saccheggi delle guerre sante? E l’inquisizione forse non era ben motivata? E il genocidio di milioni e milioni di esseri umani organizzato in ogni angolo di storia e geografia da parte di dittatori di ogni ideologia e partito non era forse ben motivato? Questo protocollo di perversione ha creato perfino gruppi umani dediti all’omicidio, al massacro, a privare della vita i propri simili nei modi più efficaci e potenti: gli eserciti, le organizzazioni militari. Nell’esercito l’ordine di uccidere un proprio simile da parte di un superiore in grado è senz’altro un buon motivo, un ottimo motivo per farlo, e l’omicidio si trasforma nel proprio dovere. Se uccidere e massacrare ha alle spalle il buon motivo della sicurezza nazionale, allora uccidere e massacrare è un’azione onorevole, patriottica, socialmente indispensabile, un bene supremo, il primo obiettivo dell’eroe. In questa gigantesca stupidità convenzionale e collettiva, se un individuo si rifiuta di eseguire l’ordine di uccidere il nemico, perché ritiene che non ci sia mai un buon motivo possibile per farlo, è ritenuto un traditore, deriso come infame, condannato alla prigione come un codardo, un vile, un vigliacco. A questo ha portato il protocollo della perversione satanica a cui l’uomo si è completamente asservito per illuminare con la luce del dovere, della giustizia, della libertà, dell’onore, della vera religione ogni tipo di malvagità e violenza sotto il cielo. Anche i nemici di Gesù ieri e oggi seguivano e seguono pedissequamente questo protocollo della perversione e, insieme alle pietre e ai sassi che hanno con loro per ucciderlo, portano anche un buon motivo, il migliore tra i motivi, in assoluto il motivo più perfetto, inappellabile, quello che fa tacere ogni dissenso e incertezza, il buon motivo di lavorare per Dio, di fare quello che fanno nel suo nome. I nemici di Gesù ritengono il buon motivo, che adducono al riempire le loro mani di pietre e sassi per ucciderlo, una gran trovata intellettuale e teologica e la sintetizzano così: Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio. Ecco il loro geniale buon motivo, il loro divino, onorevole, purificatore, buon motivo che gridano in faccia a Gesù, il Figlio di Dio, l’Onnipotente Spirito della Vita, il Signore di tutte le cose, il Re degli universi, l’inizio e il fine di tutto ciò che esiste: tu bestemmi. Il protocollo della perversione porta i nemici di Gesù alla decisione paradossale e oscena di uccidere ed eliminare Gesù per fare un favore a Dio, al Messia stesso, alla verità, alle profezie, alla religione che rispettano e onorano. Il protocollo della perversione cerca sempre un buon motivo per compiere il male e convertirlo ingannevolmente in un bene, ma non capirà mai cosa è accaduto quel giorno su quella croce. Gesù inchiodato in croce ci dona la sintesi più alta del suo messaggio, che è: per fare il bene, per amare, per perdonare, per avere compassione, per dare il meglio di sé non bisogna mai cercare un buon motivo, non ci deve mai essere un motivo. Il perdono non ha un motivo, non può e non deve avere un motivo. Che perdono è il perdono che scaturisce dal cuore per un motivo o per un altro? L’amore non ha motivo, quale degli uomini vorrebbe essere amato per un motivo? L’amore è un dono gratuito, assolutamente immotivato, slegato da ragioni, altrimenti non è amore ma attaccamento, possesso, gelosia, avidità. La comprensione, la compassione, la misericordia non possono avere un motivo per esistere, o sono un dono totale, senza motivo o sono un ridicolo inutile mercanteggiare di energie psico-emotive. Il male necessita di un buon motivo per coprirsi la faccia e le spalle, ma il bene e l’amore sono doni, doni gratuiti, non hanno bisogno di motivi. Tutto ciò che Dio ci dona ogni istante ha un senso, nulla è per caso, ma non ha un motivo, sarebbe osceno mercato. Tutto ciò che riceviamo da Dio è sempre, unicamente, splendidamente, sorprendentemente e smisuratamente un dono, un dono senza fine.

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